La sua sagoma maestosa domina l’orizzonte e le dolci colline che si specchiano nel mare di Senigallia, davvero inconfondibile, è palazzo Castracani Augusti detto delle “cento finestre” (sito nella frazione di Brugnetto di Trecastelli AN). Edificato nel XIII secolo sui resti di una villa romana, il palazzo acquisì l’attuale fisionomia a metà del ‘700 e da allora è divenuto crocevia di storie, di incontri, di suggestioni, che si possono ancora scoprire varcando il portone d’ingresso…
“Da questo scalone, disegnato dall’architetto arceviese Andrea Vici, allievo di Luigi Vanvitelli, il gotha del ‘900 italiano, scendeva a fianco del conte Augusti, l’eroe della prima guerra mondiale, generale di Cavalleria – è Giovanni Martines Augusti, nipote di cotanto eroe, che, in veste di padrone di casa, descrive a Antonio Farnè, inviato del Tg2, i trascorsi dell’edificio – Il 24 agosto del 1944 il primo ministro sir Winston Churchill, venne qui nel palazzo per una missione molto speciale e dormì in questo letto quella notte e qui, c’è anche la poltrona dove Churchill si riposò. Sul muro sopra alla poltrona, è appesa una fotografia dell’epoca, di mio nonno (Col. conte Gino Augusti) con Churchill qui fuori, davanti a questo palazzo”.
Entrando in un’altra stanza del palazzo, Giovanni Martines, racconta un altro aneddoto: “E qui ha dormito un grande della letteratura mondiale, anche grande amico del conte Augusti: Ernest Hemingway e qui c’è la fotografia di Hemingway in divisa da sottotenente dell’“American Red Cross” e poi quando nel 1948 viene nel palazzo, regala il suo bastone da passeggio di Pamplona (in ebano, argento e corno di toro) cimelio unico al mondo e dice di avere scritto “Addio alle armi” ispirandosi alla sua (del conte Gino) magnifica “carica di Monastir (del 1916)”.
Martines entra adesso nella camera che ospitò anche Gabriele D’Annunzio: “Ci troviamo nella suite dedicata al Vate d’Italia: l’amicizia col conte Gino, si sancisce con la venuta, più volte qui del poeta, nel “palazzo delle cento finestre”. Adesso vi faccio vedere alcune cose straordinarie: questo è il “bastone del comando”, bastone da passeggio che D’Annunzio regalò a mio nonno – continua Martines – che riporta incisa la frase “io ho quel che ho donato” e le sue iniziali. Sulla parete c’è una fotografia, che è stata dedicata dal Vate, ormai morente, al nonno – siamo nel Natale del ’37 – e poi questa bellissima sciabola di Cavalleria con il motto inciso: “Memento Audere Semper” (ricorda di osare sempre) che D’Annunzio regalò al conte con la dedica: “Al conte Augusti, l’eroe del solstizio”.
Martines continua a muoversi tra le stanze del palazzo, descrivendo i momenti vissuti dal nonno più di un secolo fa: “Qui ci troviamo nella “stanza del trono”, cosiddetta, gotico-bizantina, che funge anche da sede della nostra Associazione “Arma di Cavalleria Settimo Lanceri Milano” e siamo circondati da memorabilia straordinarie: parliamo di Francesco Baracca, grande amico del conte Augusti… Vi faccio vedere la sella che regala quando decide di andare dalla Cavalleria in aviazione, il frustino, meraviglioso, con le sue iniziali e con il cavallino rampante inciso e il testamento ante litteram di Baracca; c’è anche una fotografia con la didascalia di Baracca: “Dall’alto sorvolo le tue imprese e le proteggo”… 48 giorni dopo Francesco Baracca morirà (mentre infuriava la Battaglia del Solstizio tra italiani e austroungarici NDR) 19 giugno del 1918.
“Da qui sono passati tanti altri personaggi famosi di cui il visitatore può trovare traccia”… è Antonio Farnè che parla rivolgendosi a Giovanni Martines Augusti che gli risponde: “Sicuramente almeno tre papi, poi Voltaire, il grande Giacomo Puccini, Luigi Pirandello e l’ultimo, il re del Regno Unito, Carlo III d’Inghilterra…
Qui (in questo palazzo) si vive la grande storia – chiosa Martines, proprio come disse Voltaire (e come si vede su un’iscrizione sul muro): “Uscendo da questo palazzo, qui non si usano complimenti si vive in libertà”

Palazzo Antonelli Castracani Augusti
Via Gino Augusti, 1
Località Brugnetto Trecastelli AN
Tel.: 071 796 1181
(Antonio Farnè inviato Tg2 Rai)