Ferragosto è il giorno festivo dell’Assunzione di Maria, celebrato il 15 agosto in gran parte dei paesi cattolici, ma dal secolo scorso è anche la vacanza per tutti che con i “treni di ferragosto”, avevano l’opportunità, per la prima volta, di vedere il mare o la montagna o le città d’arte, magari portandosi dietro qualcosa da mangiare… E da lì, la consuetudine del “pranzo al sacco” e da allora la tradizione gastronomica ferragostana si perpetua: un detto popolare recita: “A Ferragosto, piccioni arrosto” (e non solo per fare la rima…).

Sul lago, a Stresa, per tradizione si mangiano le “margheritine” i biscotti offerti agli ospiti dalla regina Margherita in occasione deiricevimenti di Ferragosto della casa reale. In Toscana – pare a Viareggio presso il Caffè Shelley ubicato nell’omonima piazza e pure in altre zone – il piatto proverbiale del pranzo di mezza estate è il cinghiale con la polenta. Nel piacentino, la tradizione prevede la preparazione della “bomba di riso con piccione”: una sorta di grossa cupola di riso cotto al forno, con parti di piccione all’interno. Si dice che fosse il piatto preferito di Elisabetta Farnese (principessa di Parma e Piacenza, moglie di Filippo V, donna che influenzò notevolmente la politica e i modi di fare, anche del galateo, del regno. Sull’Appennino tosco-emiliano per Ferragosto si sfornano e consumano piccole ciambelle dolci all’anice, variamente confezionate, come il biscotto di mezz’agosto di Pitigliano o lo zuccherino montanaro bolognese di Grizzana Morandi. A Roma la tradizione si sdoppia: o “se magnano” gli gnocchi al sugo di carne, la trippa (o la porchetta per chi non volesse la trippa…) e la torta al testo (o anche detta “crescia” o “ciaccia” in Umbria) oppure, fettuccine ai fegatelli, pollo in umido con peperoni e un bel cocomero ben freddo. A Foggia, il piatto tipico è costituito dal “galluccio”, un robusto gallo ripieno, cotto al forno con patate. In Sicilia si usa preparare la arcinota “pasta alla norma”, le sarde a beccafico, piatto delicatamente agrodolce che stupisce per il suo sapore unico (o, in alternativa, capretto con le patate) e per finire, il “gelu di muluna”, sorta di budino fatto con l’anguria fresca (dolce al cucchiaio) decorato con foglie di limone e fiori di gelsomino (o se no, i tipici buonissimi cannoli).

Comunque dire Ferragosto è pensare al mare e mare fa pensare a Romagna, Romagna, a Rimini… quindi Ferragosto e Rimini, sono il più piacevole binomio dell’estate… Questo assioma è garantito dal “bagnino d’Italia” alias Gabriele Pagliarani, titolare del Bagno 26, il “Tiki”: lui è un ragazzone sessantunenne, il “guardaspiaggia” per eccellenza (in francese “maître nageur” in inglese “lifeguard e in tedesco “rettungsschwimmer”, poi in danese “livredder”, in svedese “livräddare” e olandese “badmeester”, in sloveno “reševalec iz vode”,  in ungherese “testőr”, in rumeno “salvamar”, in georgiano “mashveli” e in estone “vetelpäästja”, anche in polacco “ratownik” e in portoghese “salva-vidas”, in greco, “navagosóstis” e visti i tempi, anche in arabo “ya haris alshaati” e cinese “jiùshēng yuán”) lui è sull’arenile riminese, da quando aveva 24 anni, ciò significa che ha visto passare di lì tre o quattro generazioni di turisti bagnanti, italiani, stranieri e tanti nativi… Estroverso e gioviale com’è, ha accumulato amici e conoscenti in tutto il mondo, captato tante richieste, necessità e bisogni e soddisfatto tante esigenze che i clienti gli esponevano e per cui ha adeguato (anche   stravolto…) il suo stabilimento più di una volta per adeguarsi e restare al passo dei tempi.  
                                                     

Tante ne ha sentite, tante ne ha pensate e alla fine di più ne ha fatte…. L’ultima? Forse la più simpatica e anche efficace per “vendere” la sua spiaggia: con un testimonial d’eccezione – il  primo cittadino di Rimini – Jamil Sadegholvaad ha intonato una vera bella canzonetta che ha per soggetto lo strumento principe di ogni stabilimento balneare: la brandina! (che se potesse parlare…). Alla fine ha composto la colonna sonora perfetta, spensierata e frizzante per celebrare le vacanze estive, che tutti noi trascorriamo sdraiati -appunto – sulla brandina (che per Gabriele è la fidanzata dell’ombrellone…) da una felice idea di Simone Felici, realizzata con Giuliano Gavagna e Luca Bongiorni della SkySound di Bellaria.

È fondamentale l’ascolto! 

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Ho scelto questo lavoro, perché voglio far star bene le persone e far passare loro dei momenti belli” – dice Gabriele – e continua: “Qui si sta davvero bene, le giornate si passano in infradito, tra sabbia, piadine con i sardoni, pedalò, bambini che giocano e, ovviamente, la brandina, la regina dell’estate riminese…

Non pago di aver attirato abbastanza attenzione, l’eclettico “Lele” ha avviato il “Tour del Bagnino d’Italia” girando in lungo e in largo tanti posti in Italia, portando la sua “romagnolità” in giro. L’obiettivo è dimostrare che l’Italia è un luogo meraviglioso dove innovazione e tradizione si fondono…. Intanto Buon Ferragosto a tutti!

Il “Bagnino d’Italia lo troviamo al “Tiki 26” di Rimini, stabilimento balneare con spiaggia, ristorante e “chiringuito” situato nel cuore di Marina Centro. È rinomato per essere una delle spiagge più belle della Riviera Romagnola e, grazie agli eventi di ogni tipo, le continue novità e i tanti comfort offerti, è il punto di riferimento per chiunque voglia vivere il mare a ogni ora del giorno.

 


BAGNO TIKI 26 RIMINI
Lungomare C. Tintori, 30/A
Rimini (RN) – Italia

Beach +39 333 3710907
Ristorante +39 3515940384
www.bagno26rimini.com