Abbiamo seguito l’inviato del TG2, Antonio Farnè, in quella che gode di notorietà come famosa “Motor Valley”, il distretto industriale e culturale italiano situato in Emilia Romagna, perchè terra di marchi automobilistici come Ferrari, Maserati, Lamborghini, Pagani, Dallara, De Tomaso, senza contare quelli di moto, Ducati, Moto Morini, Bimota e altri, compresi brand di “start-up” che spuntano sempre in zona all’arrembaggio del mercato, sull’onda dei più famosi. Ognuna di queste “factory” destina una nicchia (e neppure tanto piccola a dire il vero…) alla produzione di supercar e pure “hypercar”, autovetture da sogno capaci di elevatissimi livelli di potenza, di performance iperboliche, con accelerazioni da 0 a 100 km/h spesso inferiori ai 2,5 secondi e che possono superare i 350 km/h di velocità… (finora prestazioni possibili con “realtà aumentata” o solo con trucchi cinematografici…) auto prodotte in tiratura limitata e con prezzi molto superiori a quelli delle sportive già “inaccessibili” ai più e, spesso, anche ai nababbi che se le potrebbero permettere, ma restano senza, perché il più delle volte, dette “auto”, non ancora presentate al grande pubblico, sono già tutte vendute…
In questo ambito, seppur elitario, esiste un variegato potpourri di auto disseminate per il globo terracqueo: c’è la Hennessey Venom F5, hypercar americana che conta su un V8 di 7,4 litri da 1.800 CV e velocità di 437,1 km/h voluta e realizzata per sovrastare la Tuatara – prodotta sempre in USA dalla SSC North America – che esibisce un motore V8 5.9 litri bi-turbo flat-plane (sistema di derivazione aeronautica che regola la spinta che va dal basso verso l’alto) con 1.370 CV di potenza massima e con velocità superiore alle 300 miglia orarie (ovvero 482,8 km/h) record stabilito nel 2021. Auto, queste, proposte a un prezzo base di circa 1,5/2 milioni di euro. Inoltre segnaliamo anche la Koenigsegg AGERA/RS con la versione standard e una potenza erogata, di circa 960 CV che può scattare da 0 a 100 km/h in 3 secondi e raggiungere una velocità massima dichiarata di 447,49 km/h (prezzo circa 2,5 milioni di euro) e pure le bellissime Bugatti: la Chiron Super Sport 300+ con il motore W16 – 8 litri e i suoi 1.600 CV che raggiunge i 490,48 km/h (prezzo attorno ai 3,5 mio) e la Bolide, sempre di Casa Bugatti, capace di sfiorare i 500 km/h (se alimentata a benzina a 110 ottani) perché con i 1825 CV e il peso di soli 1.240 kg., è modello pensato esclusivamente per la circolazione su pista. Comunque i 40 esemplari creati sarebbero in vendita a 4,5 milioni di euro (l’uno) ma non sono ancora in commercio, poiché le consegne inizieranno a fine 2024 (probabilmente già tutti venduti)…
Tra queste vetture speciali, ce ne sono già in “trend elettrico” (con una notevole efficienza energetica pari all’85%-90%) cioè sono le più eco compatibili, ma non le solite note Tesla, Lucid, Polestar, NIO, Xpeng, ma le più “hyper” artigianali, come la Estrema Fulminea, realizzata dalla Estrema Automobili, fabbrica di veicoli elettrici dal 2020, sita a Grugliasco (TO) fondata dall’imprenditore Gianfranco Pizzuto, già cofondatore e finanziatore di Fisker Automotive. Estrema Fulminea è realizzata in soli 61 esemplari, ognuno al prezzo di quasi 2 milioni di euro, tasse escluse. L’auto può contare su 4 motori elettrici, uno per ruota, in grado di erogare complessivamente ben 1.500 kW (2.040 CV) e di accelerare da 0 a 320 km/h in meno di 10 secondi. Per la batteria è stata scelta la soluzione “ibrida” che abbina le celle allo stato solido ai supercondensatori che servono per gestire le alte richieste di energia durante le fasi di accelerazione.
Beh, terminato l’excursus nel nirvana degli appassionati delle auto da sogno, torniamo con i piedi per terra (ma, mica tanto poi…) al seguito di Farnè che è tra i fortunati partecipanti alla presentazione dell’ultima Ferrari (nata dall’idea di Adriano Raeli) in quel di Maranello, la “F 80” (F250 nel progetto). Ce la mostra con dovizia di particolari e completa di spiegazioni a cura del responsabile Centro stile Ferrari, arch. Flavio Manzoni, che per questo ringraziamo.
La guardi e ti appare subito come una supercar capace di regalare emozioni a tinte forti: è l’ultimo oggetto del desiderio targato Ferrari, si chiama F 80, istinto e potenza degni del cavallino rampante. Grande lavoro nella ricerca dei materiali, soluzioni tecniche e aerodinamiche adottate dai tecnici di Maranello per questa ultima interpretazione del concetto di hypercar prevista in tre diverse declinazioni: una versione coupé stradale, una variante spider e un’esclusiva versione XX destinata all’uso in pista.
Il propulsore è un V8 biturbo da 3.0 litri (lo stesso 2.9 delle Ferrari 296 GTB e della 499P) abbinato a un sistema ibrido plug-in; con i suoi 1200 CV complessivi è la vettura stradale più potente mai uscita dai cancelli dell’azienda di Maranello. Velocità massima 350 km/h, da 0 a 100 in poco più di 2”, grazie al motore termico e ai tre propulsori elettrici, è vettura full hybrid (per una guida eco-friendly senza la necessità di colonnine di ricarica) ha cambio tipo formula 1 a doppia frizione e 8 rapporti. La trazione, fornita dai 4 motori, è integrale e senza la retromarcia, disponibile questa, con l’inversione di polarità del motore elettrico tra endotermico e cambio. A governare la dinamica della F80, numerose dotazioni tecnologiche che la rendono sempre più sofisticata in termini di innovazione e eccellenza tecnica; telaio monoscocca in fibra di carbonio per un’aerodinamica mai così estrema per una vettura omologata, con sospensioni a doppio braccio oscillante e al retrotreno la soluzione più “classica” del multilink; ha frontale particolarmente elaborato con generose prese d’aria; al posteriore un pronunciato diffusore e il sistema di scarico centrale è in posizione rialzata. Un dettaglio che un po’ sorprende è l’assenza di un grande alettone posteriore (elemento spesso presente in versioni hyper) sostituito da un‘ala mobile che ha funzione di aerofreno e DRS (lo stesso sistema che attivano i piloti di F1 quando si trovano a meno di un secondo dall’auto che li precede). Non mancano elementi attivi all’anteriore per equilibrare il carico aerodinamico e un preciso lavoro fatto al sottoscocca, con diversi generatori di vortice, per migliorare il flusso sotto alla vettura. Nuovo il volante (ereditato dalla 499P usato nel mondiale endurance FIA WEC) con struttura a farfalla brevettata negli Stati Uniti, dotato di manettini, pulsanti e levette varie….
“Lo stile non è partito come un’idea preconcetta – dichiara l’arch. Flavio Manzoni responsabile del Centro stile Ferrari al microfono di Farnè – L’idea della forma è nata poco a poco, man mano che io e i miei collaboratori del Centro stile abbiamo capito quali erano le prerogative di progetto di questa vettura. Quindi era fondamentale comprendere appieno le ragioni e dopo attribuire la forma che fosse più giusta e appropriata.”
Vettura omologata per due persone anche se l’effetto monoposto è assicurato, l’abitacolo garantisce un’ottima abitabilità sia per il driver che per il passeggero.
“È disegnata attorno al pilota come fosse un guanto – precisa l’arch. Manzoni – e questo abitacolo è stato pensato inizialmente come una monoposto, poi abbiamo detto, proviamo a vedere cosa succede se affianchiamo al pilota un sedile passeggero che rimane quasi dissimulato nelle finizioni (i componenti collocati all’interno dell’abitacolo come plancia porta strumenti, tunnel centrale, imperiale, ecc.) dell’abitacolo…”
Ponte ideale tra passato e presente, la F80 esce 40 anni dopo la mitica GTO, prima supercar della Casa di Maranello; sarà prodotta in serie limitata a 799 esemplari, il prezzo per ora è top segret. (variabile anche in funzione delle richieste di personalizzazione dei fortunati acquirenti) i più informati parlano di circa 2 milioni di euro, ma – manco a dirlo… – tutta la produzione, è già prenotata…
“Guidarla sarà un’emozione un po’ come succede con tutte le Ferrari? – chiede Farnè a Manzoni – Esatto, è come portare il brivido della pista sulla strada, con dei livelli di emozione di performance, di velocità e di potenza incredibili”.
Via Paolo Ferrari, 85 Modena, Italy
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Per chi fosse rimasto a bocca asciutta – “forse”… – c’è la possibilità di rifarsi con un altro gioiello della tecnica automobilistica che si fabbrica a poca distanza da Maranello, nel comune di San Cesario sul Panaro (MO): in Casa Pagani Automobili, dove, puta caso, proprio oggi, viene presentata dal fondatore e chief designer, l’esimio imprenditore argentino con cittadinanza italiana, Horacio Pagani, la “Utopia” che di diritto si inserisce ai primi posti tra le hypercar da sogno con radici nella Motor Valley…
Allora sempre “pilotati” dal buon Farnè – oggi ahi lui, sotto pressione… – ci appropinquiamo a conoscere anche l’ultimo modello – la roadster – descritto proprio dal titolare:
“Più di quattromila disegni stilistici, dieci modelli in scala, un modello per la galleria del vento, due modelli in scala 1:1 e innumerevoli idee, ricerche e sperimentazioni su otto prototipi completi per un lavoro di team durato più di sei anni. Ci abbiamo messo la passione, lo sforzo ed il sacrificio, nell’intento di creare qualcosa senza tempo e all’avanguardia della tecnologia. Dopo essere stato completamente assorbito da questo faticoso processo creativo, l’ideale rappresentato dal progetto è divenuto, per me, talmente intimo che qualsiasi tentativo di descriverlo mi sarebbe sembrato inadeguato…” – parole di Pagani –.
Di fronte a una vettura del genere, c’è solo da chiedersi dove finisca l’“utopia” e dove inizi la realtà, o viceversa; il nome è il suo biglietto da visita: “roadster Utopia”, ultima nata di Casa Pagani, l’azienda modenese che mette su strada quattro ruote da sogno. Motore biturbo Mercedes-AMG V12 cilindri, 864 CV di pura potenza, velocità massima dichiarata dalla Casa limitata a 350 km/h, per garantire il piacere di guida, il cambio è rigorosamente manuale a 7 rapporti; rispetto alla sorella maggiore (uscita due anni fa) questa ha il tetto apribile. Non siamo più nel segmento “supercar”, qui si entra in un’altra dimensione, quella delle “hypercar”… Esclusività, designer e innovativa cura maniacale dei dettagli, è un prodotto di straordinaria qualità artigianale. È tutta in fibra di carbonio, il peso in eccesso è stato “asciugato” in modo da incrementare le prestazioni, ampie possibilità di personalizzazione a seconda delle esigenze del cliente.
“Delle volte faccio questa battuta: le nostre macchine sono “macchine inutili”… – si schermisce così Horacio Pagani, deus ex machina della sua famosa car factory, al microfono di Antonio Farnè – “Inutili” perché questa non è la macchina che ti serve per portare i figli a scuola… Il cliente che spende tutto questo denaro in una vettura deve essere seguito, per lui ci vuole un vestito su misura, quindi noi cerchiamo di interpretare quello che genera la passione nel cliente…”.
Anche la sicurezza non è un optional: secondo gli standard americani più alti in assoluto sono stati effettuati oltre 50 crashtest con la prima vettura, con il sistema “Cyber™ Tyre Pirelli” che permette agli pneumatici “sensorizzati” di dialogare tramite microchip con l’elettronica di bordo e fornire in tempo reale, dati vitali sulle condizioni della strada. Insomma, un’auto nata per stupire come tutte quelle figlie del sogno visionario di Horacio Pagani, l’imprenditore artista che negli anni ’80 dalla Pampa argentina è approdato nel cuore della Motor Valley italiana.
“Il suo sogno d’infanzia era quello di realizzare l’auto più bella del mondo, ma la più bella è sempre l’ultima? – domanda Farnè a Pagani – Questo l’ho detto quando ero bambino, adesso non mi permetto di dirlo ancora e nemmeno di giudicare dal punto di vista estetico le nostre macchine. Per ogni macchina posso garantire che ce la mettiamo tutta per farla diventare anche molto bella e qualche volta ce la facciamo proprio, qualche volta un po’ meno, ma ce la mettiamo sempre tutta!
Edizione limitata a 130 esemplari – già tutti venduti – costo a partire da 3,1 milioni di euro, come dire: per molti rimarrà un’Utopia…
La Pagani è nota come eccellenza mondiale del Made in Italy, con 25 anni di storia, 254 dipendenti, 30 dei quali al reparto ricerca e sviluppo; fattura circa 150 milioni di euro, importi sempre in crescita sugli anni precedenti, grazie alle sue vetture gran turismo, prodotte a una media di circa venti/trenta auto/anno realizzate interamente a mano nel suo “atelier” e personalizzabili in toto dai clienti, con i migliori materiali in circolazione e, ovviamente, tutte vendute a prezzi “proporzionali”. Anche perché le Pagani, vanno forte, molto forte!
PAGANI AUTOMOBILI S.P.A.
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San Cesario sul Panaro (MO) Italy
Tel.: 0815152313 – 059 952811 – 059 9528001
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(Antonio Farnè inviato Tg2 Rai)