Tutti conoscono Roma ma per la sua infinita bellezza, storia e arte, ma la città eterna oltre ad essere un museo a cielo aperto è anche il tempio del buon cibo.
Amatriciana, carbonara, saltimbocca e cacio e pepe sono piatti che subito fanno pensare alla tradizione culinaria romana, una cucina essenzialmente povera e non ricercata ma basata su ingredienti saporiti e particolari. Oggi la cucina romanesca è il risultato di millenni di storia con piatti dove il gusto e la genuinità vengono messi sempre al primo posto. Trascorrere una vacanza nella Capitale è il modo migliore per scoprire anche la cultura culinaria: se si vuole trascorrere un soggiorno che permetta di scoprire sia la storia dei monumenti più belli che quella della cucina romanesca, l’ideale è alloggiare all’Eitch Borromini, un’antica dimora storica situata a pochi passi dai principali monumenti e ristoranti tipici, che offre la rara possibilità di poter dormire all’interno di una delle location più ricche di storia a Roma e nel mondo.

Roma è la città dei grandi imperatori, dei grandi pontefici, è una città con millenni di storia alle spalle, è famosa in tutto il mondo per le sue conquiste, per le sue opere artistiche e architettoniche, ma la grandezza della città eterna la si deve anche alla sua storia culinaria che ha origini molto antiche e particolari. Esplorare le infinite bellezze protagoniste di ogni scorcio e fare un viaggio tra i sapori, i gusti e gli aromi dei piatti tipici romani è il modo migliore per vivere la vera essenza della Capitale. La cucina romana affonda le sue radici durante il periodo di transizione tra l’Impero e la Repubblica, quando i romani dividevano la giornata in 3 pasti: la colazione veniva consumata tra le 8 e le 9 di mattina ed era a base di focacce, pane condito con sale e vino, latte e miele accompagnati da frutta secca, formaggio e spesso avanzi del giorno prima. Il secondo pasto, il pranzo, si svolgeva poco prima di mezzogiorno ed era abbastanza veloce: i signori romani mangiavano una ciotola di legumi, olive, fichi, formaggi oppure spiedini di carne o pesce alla griglia. Il pasto più importante era la cena, solitamente si svolgeva intorno alle 16:00 e poteva durare anche 6 ore, il pasto era composto dall’antipasto e altre 6 portate, c’era un elevato consumo di insaccati e carne di volatili oltre alla carne di cinghiale, cervi e caprioli. Sulle tavole imbandite degli antichi romani non mancava mai il vino, spesso mescolato al miele, e il pane, inizialmente a base di farro e poi dal IV secolo in poi a base di grano. La cucina romana può essere considerata come una cucina di necessità, basata su ingredienti rurali e contadini, gli antichi romani utilizzavano anche le parti meno pregiate dell’animale che venivano trasformate in quei piatti che oggi sono famosi in tutto il mondo.
Nella top five delle ricette tipiche, rientrano a pieno titolo anche la “amatriciana”, piatto nato ad Amatrice, cittadina laziale in provincia di Rieti che venne servita per la prima volta alla corte del papa durante un banchetto al Quirinale organizzato in onore di Francesco I Imperatore d’Austria nel 1816, la “gricia”, nata nel Grisciano, il “carciofo alla giudia” originario del ghetto ebraico di Roma dove ancora oggi si possono trovare ristoranti che hanno conservato le loro caratteristiche e gli ingredienti originali e la “trippa”, piatto povero e sbrigativo ma dal sapore intenso. Il centro storico di Roma è un palcoscenico di trattorie e ristoranti tipici dove poter assaggiare e degustare queste delizie.
La stessa vista accomuna anche il Ristorante Terrazza Borromini, spazio unico ricavato al quarto piano nelle sale impreziosite dagli affreschi del Bernini, dove si trova la Galleria d’arte Borromini, che si affacciano su Piazza Navona, con tavoli anche all’aperto quasi sospesi sulla piazza. Il Ristorante propone una moderna e curata cucina romana, cocktail bar ed è aperta ad eventi privati.