Lo scorso novembre 2024, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha firmato la bozza della Direttiva Europea 2021/2117, cioè il decreto che apre la porta anche in Italia, ai vini dealcolizzati (o dealcolati che dir si voglia) quelli che hanno un tasso di alcol non superiore a 0,5 vol (ci sono anche quelli “parzialmente” dealcolizzati, con un tasso alcolometrico tra lo 0.5% e il 9%). Questa sarebbe l’alternativa che porterebbe a non privarsi del gusto del vino e, contemporaneamente, non incorrere nelle sanzioni confermate tramite l’etilometro (strumento in dotazione alle forze di Polizia) che verifica la quantità di etanolo presente nell’organismo dopo avere ben mangiato (e meglio bevuto). Questo perché con i “fumi dell’alcol” in corpo, si entra in uno stato di euforia e disinibizione dovuto all’’aumento e alla liberazione di dopamina nel cervello, cosa che porta le persone a sentirsi, non solo più allegre e socievoli dopo aver bevuto, ma addirittura, per chi si mette al volante di un qualsiasi veicolo, sentirsi onnipotente, invincibile, immortale e molto spesso, in queste condizioni, osa più del dovuto, mettendo a repentaglio la sua e l’altrui sicurezza, con i risultati che ahimè, si leggono tutti i giorni sui giornali e si vedono in tv. L’introdurre alcol nel corpo umano – tramite il classico “spritz” o gli “shottini”, o il “frizzantino” dell’aperitivo e pure il calice di rosso che accompagna l’appetitosa “amatriciana” – porta subito ad un tasso alcolemico superiore agli 0,30 g/L e già così si determinano alterazioni del comportamento….

In materia di circolazione stradale, deputate all’accertamento delle violazioni, sono le forze di Polizia che tra i loro compiti, hanno pure il controllo dello stato di ebbrezza alcolica del conducente di un veicolo – art. 186 comma 4 del codice della strada – utilizzando strumenti di screening per alcool come l’etilometro.

A questo punto, l’importante è che con l’“alcol test” non si registri un valore superiore allo “0,0” per i neo patentati e per i professionisti della guida (conduttori taxi, NCC e camionisti) e allo 0,5 per tutti gli altri, realtà oggettiva che se oltrepassata, porta alla sanzione amministrativa di 164 euro (che sale a 328 euro in caso di incidente) e perdita di cinque punti della patente. Nel caso in cui sia accertato il superamento della soglia da 0,8 fino a 1,2 (che causa al soggetto che ha bevuto comportamento depressivo sui centri motori, perdita dell’autocontrollo e disturbi dell’equilibrio) si determina il reato contravvenzionale che comporta la sospensione “breve” della patente (che varia in base al numero di punti presenti sulla patente del conducente: se il punteggio è compreso tra 10 e 19 punti, la sospensione sarà di 7 giorni, mentre per un punteggio già esistente inferiore a 10 punti, la sanzione aumenterà a 15 giorni) oltre al pagamento di ammende di importo più elevato e, peggio ancora succede a chi guida con una quantità rilevata da 1,2 a 2,0 che cagiona vera e propria ubriachezza e, dunque, si va direttamente nel “penale”- senza contare risultati più alti come da 2,0 a 4,0 limite che dà perdita del tono muscolare, indifferenza all’ambiente circostante, assenza di reazione agli stimoli, immobilità o, addirittura > 4,0 soglia che dà incoscienza e coma, depressione respiratoria e cardiovascolare, fino a probabile morte).

Quindi, ben venga la dealcolizzazione… Ma come avviene?
Beh, si tratta di un processo attraverso cui è possibile estrarre l’alcol da qualsiasi bevanda alcolica come appunto vino e liquori. È possibile per distillazione sottovuoto (si separa il vino dalle componenti fenoliche, poi si estrae l’alcol e si reintegra la bevanda ottenuta di quei componenti) o per osmosi inversa (agendo attraverso una membrana che prima filtra i composti aromatici e fenolici e poi rimuove l’alcol).

 

A confermare la validità di tali procedure, anche la nutrizionista Elena Dogliotti: “Il vino dealcolato, che può essere totalmente o parzialmente analcolico, si ottiene a partire da un vino reale – spiega la nutrizionista – ed i metodi più comuni per togliere l’alcol sono la distillazione sottovuoto e l’osmosi inversa” – e continua la Dogliotti – “Per compensare la perdita di alcol e per avvicinarsi al gusto del vino normale c’è il rischio che i produttori di vino dealcolato possano aggiungere zuccheri, aromi artificiali, stabilizzanti o altri additivi che potrebbero essere dannosi per la salute” – anche se, secondo l’attuale decreto, in Italia questo dovrebbe essere espressamente vietato – (NDR).

Così la bevanda è ormai dealcolizzata. Adesso il “vino” è più delicato al gusto: visivamente è difficilmente distinguibile dalla sua versione classica, ma al gusto è più leggero, meno intenso rispetto a quello che si è soliti bere, senza però dare la sensazione di sapore sciropposo del semplice succo d’uva. L’importante è che detto vino mantenga la consistenza in bocca, in pratica una buona struttura e un buon equilibrio tra i componenti acidi, dolci, amari e tannici. Perché un vino che abbia un sapore piatto, sbilanciato, senza corpo, darà la percezione di “vino annacquato”… e non sarà proprio piacevole in bocca, quindi, non certo un buon vino!

Nelle versioni frizzanti dei vini dealcolati, non mancheranno le bollicine, in più queste bevande analcoliche e gli “Zeroalcol” italiani ed esteri (anche biologici e light) forniscono solo 7,5 Kcal al bicchiere (una bottiglia contiene 750 ml o 75 centilitri, più o meno cinque bicchieri/calici).

Inoltre – volendo –  si può dealcolizzare il vino anche a casa… Si porta a bollore il liquido in un pentolino senza aggiungere altro, con la fiamma che non deve essere troppo vivace e, dopo circa 10 minuti, di alcol ne sarà evaporata la maggior parte. Quindi lo si può bere e/o utilizzare senza il rischio che lasci quel tocco di amaro che su alcuni piatti può fare la differenza. Altra valenza positiva dei “dealcolizzati”, sono i benefìci per il fegato che si iniziano a percepire già dopo alcuni giorni e, l’organo che non sa metabolizzare le molecole dell’alcol, nel giro di alcune settimane (o mesi, nei casi più impegnativi) ritorna depurato.

Queste bevande entreranno molto presto nel nostro mercato e si auspica che costituiranno un nuovo business per consumatori quali i wine-lovers, con al centro le Gen Z e i Millenians, che, senza alcol, “agiranno” senz’altro molto meglio….