È la festa pianificata nella maggior parte del mondo nella notte di San Silvestro, a mezzanotte, tra il 31 dicembre e il 1º gennaio. Mentre i calendari solari (come il gregoriano e il giuliano) iniziano l’anno regolarmente in corrispondenza o in prossimità del solstizio d’inverno settentrionale, le culture che osservano un calendario lunisolare o lunare celebrano il loro primo dell’anno (come il capodanno cinese e quello islamico) a meno punti fissi relativi all’anno solare.

Al giorno d’oggi, con la maggior parte dei paesi che utilizzano il gregoriano come “civile”, il 1º gennaio è tra i giorni festivi più celebrati al mondo, spesso festeggiato con scoppi, fuochi d’artificio, cene luculliane e chiamate (o sms) per gli auguri a familiari e amici allo scoccare della mezzanotte. E questo succede in ogni fuso orario.

Il giorno di Capodanno – a parte cultura e religione – cade il 1º gennaio nel calendario gregoriano (cioè giuliano riformato) e nel calendario giapponese. Per le popolazioni di alcune Chiese ortodosse e Chiese orientali cattoliche, a fini strettamente religiosi l’inizio dell’anno è celebrato il 1º gennaio, ma che corrisponde oggi al 14 gennaio gregoriano. Il Capodanno cinese, o capodanno lunare, si festeggia in diversi paesi dell’estremo oriente (tra cui Cina, Giappone, limitatamente a Okinawa, Corea, Mongolia, Nepal, Bhutan) in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. Il Capodanno vietnamita, il “Tết Nguyên Ðán”, si festeggia in concomitanza con quello cinese. Il Capodanno islamico si festeggia il primo giorno del mese di “muharram” in quanto l’anno lunare impiegato nel calendario islamico è circa 11 giorni più breve dell’anno solare del calendario gregoriano. Losar, il Capodanno tibetano, cade tra gennaio e marzo. In Afghanistan, Iran, Tagikistan e tutti i paesi turco-iranici o turco-persiani, cioè Azerbaigian, Uzbekistan, Turkmenistan, la stessa Turchia e per gli abitanti uiguri dello Xinjiang Norouz coincide con l’equinozio primaverile (21 marzo). Anche il Naw-Ruz della Fede Bahá’í condivide lo stesso giorno. Il nowruz نوروز  è una festa di origine mazdeista. La festa telugu (Ugadi) si colloca tra i mesi di marzo e aprile. In Thailandia, Cambogia, Birmania e Bengala, il capodanno solare detto Songran è invece compreso tra il 13 aprile e il 15 dello stesso mese. In Bangladesh e altre aree asiatiche si celebra il 14 aprile (o secondo il calendario lunisolare bengalese) il Pahela Baishakh, il capodanno del popolo bengalese. La festa mapuche si chiama We Tripantu e ha luogo in occasione del solstizio d’inverno (il 21 giugno per l’emisfero meridionale). La data coincide con il Capodanno Inca (Inti Raymi). Il Rosh haShana, il Capodanno ebraico, si celebra il 1º e 2 tishri (tra i mesi di settembre e ottobre). Enkutatash e il Capodanno etiopico, l’11 settembre. L’anno nuovo indù si solennizza due giorni prima di Diwali, il festival della Luce, cioè a metà novembre. Lo Yhyach, il Capodanno del popolo sacha (in Jakuzia) viene festeggiato al solstizio di giugno. Il Capodanno massonico, coincidente con il 1º giorno del 1º mese del calendario massonico, segue il more antiquo e si celebra il 1° di marzo.  Il Capodanno sikh si celebra il 1º chet (14 marzo).

Per ragioni di spazio… evitiamo di riportare tutte le notizie riferite alla storia delle riforme del  calendario su basi astronomiche e razionali: dall’introduzione del calendario giuliano (promulgato da Giulio Cesare nell’anno 46 a.C.) per via delle innumerevoli variazioni temporali, per usi e costumi, ovviamente diversi da meridiano a meridiano e da parallelo a parallelo, per concomitanza ad altre ricorrenze, per usanze religiose o prosaiche e pure politiche, come quelle di svariati regimi che hanno istituito riforme al calendario: per esempio, durante il periodo fascista, l’Italia, istituì il 28 ottobre (anniversario della marcia su Roma) come proprio Capodanno, contando come “Anno primo dell’Era Fascista” il periodo tra il 28 ottobre 1922 e il 27 ottobre 1923 e gli altri a seguire, modalità, continuata dalla Repubblica Sociale Italiana e abbandonata con la liberazione il 25 aprile 1945.

In Italia il primo giorno dell’anno, quale giorno festivo, è disciplinato dalla legge 23/6/1874 n. 1968 e poi dalla legge 27/5/1949 n. 260.

 

Ormai è assodato che Capodanno arrivi una settimana dopo Natale – il 31 dicembre – periodo solitamente dedicato al riepilogo dell’anno appena trascorso (specie a cura di radio, televisioni, quotidiani e, ormai pure “social”) che riportano le notizie di quanto è avvenuto durante tutto l’anno: le persone più in vista  –  nate, cresciute, sposate, divorziate, ammalate e decedute  –  i cambiamenti annunciati, previsti o prevedibili come la descrizione delle leggi che entreranno in vigore il 1º gennaio e – inevitabile, ci tocca… – l’oroscopo per l’anno che entra…

Dunque l’ultimo giorno dell’anno in nome del veglione di Capodanno, è un po’ frenetico per tutti: in famiglia, le donne sono indaffarate ai fornelli, perché le tradizioni richiedono il rispetto dei buoni auspici… (lenticchie = soldi, dodici chicchi d’uva – uno per ogni rintocco – biancheria intima di colore rosso, bacio sotto al vischio e i vecchi oggetti gettati dalla finestra – in nome di educazione e  ri-uso, io me ne frego…-  gli uomini vanno alla ricerca di bottiglie di spumante e di fuochi d’artificio da sparare per la mezzanotte dal balcone, per chi resta a casa o da portare in piazza per chi va ad assistere al falò del vecchione e ascoltare “Auld Lang Syne” cantata da Rod Stewart, sparata a 1000 decibel, oggi accompagnata da varie canzonette di “rap” e “trap” che “dileggiano” la donna di turno… Infine i ragazzini – che ultimamente si vedono sempre meno – vanno a suonare i campanelli la mattina presto del primo dell’anno, per chiedere caramelle o pochi spiccioli…

Il lato “mistico” per i cristiani vuole il Capodanno festa religiosa di precetto. Liturgicamente si celebra la Solennità dedicata alla Madre di Dio e alla Circoncisione di Gesù (dal rito ambrosiano con Messa tridentina o Vetus Ordo, la celebrazione eucaristica che segue il Messale Romano). Molti considerano il momento di festa, anche ottima occasione per fare dei buoni propositi per il nuovo o anno.

Tornando ai giorni nostri, anzi, alla notte dell’ultimo dell’anno 2024… registriamo che a Bologna, da immolare come “vecchione” il 31, ad “ardere” in piazza Maggiore, stavolta ci sarà una “fenice trans rosa”, con ali immense e pennute, sei metri di altezza, il (o la?) “dreadlocks” (da dread, nodi nei capelli di chi non si pettina né taglia i capelli) ha al collo una chiave simbolo di “transfemminismo”. Rappresenta l’uccello mitologico in grado di controllare il fuoco e di rinascere dalle proprie ceneri… cosa che il centrodestra bolognese si augura che stavolta non accada perché valuta l’iniziativa del Comune petroniano scelta divisiva e meramente propagandistica pro Lgbt. Poi c’è anche chi interpreta il rogo del Mercurio (così si chiama la fenice) benaugurale perchè il falò liberatorio,  brucia tutto ciò che è inutile e da buttare…

Comunque… Buon Anno 2025!