La Romagna, è la zona italiana famosa per le spiagge, la musica e il divertimento, sì, ma non solo. Romagna, Autentica terra capace di accompagnare alla scoperta delle città d’arte e quelle dedicate al benessere con le sue terme, all’out door, per escursioni lungo centinaia di sentieri che salgono verso l’Appennino, ottimo coadiuvante per il fisico e i tanti cammini di pellegrinaggio, conforto per lo spirito… Romagna, Autentica per l’accoglienza: c’è tutto quello che si può desiderare, afferente al turismo, per i propri momenti di svago, come per romantici week end e piacevoli vacanze, i suoi tantissimi eventi e pure qualcosa in più… qualcosa come il buon cibo e la buona cucina – vini inclusi – solo questi, “romagnoli”, costituiscono uno straordinario patrimonio! Romagna Autentica in ogni stagione offre a visitatori, turisti esploratori, gitanti di tutte le età, le varie espressioni del territorio: i suoi tesori – arte, monumenti, borghi, castelli e rocche – i suoi sapori – di mare sulla costa e di terra all’interno, in collina come in montagna – piatti golosi, quelli di una decina di chef stellati, che dopo le esperienze fatte in tutto il mondo, oggi – tornati alle radici – estrinsecano le loro doti nei propri “bwen re’tiro” (buon ritiro) in zona, approntando ghiotte creazioni, composte con i tesori del territorio – vere unicità – che le loro mani, molto erudite, usano per far gioire le papille gustative di fortunati gourmet!
La tanta ricchezza di questo regno, accontenterebbe anche il più ingordo sovrano, ma non “Romagna Autentica” del “GAL–L’Altra Romagna” (gruppo di azione locale composto da soggetti pubblici e privati pro sviluppo locale delle province di Forlì-Cesena e Ravenna) che, in collaborazione con “Destinazione Turistica Romagna” (ente pubblico per la valorizzazione e promo-commercializzazione turistica tramite strategie di comunicazione) e con “Visit Romagna” (organizzazione di promozione del turismo romagnolo) “sfruttano” i ristoratori, per poi comunicare, tramite i rispettivi mezzi (stampa quotidiana, riviste di settore, TV in rete e Sat, Web, Blog compresi) critiche e pareri raccolti da cui dedurre i dati che agenzie specializzate, organismi consortili e corporazioni, poi elaborano. In questo caso, il “press tour Romagna Autentica” (#Romagnautentica) per un turismo slow, esperienziale, sostenibile, rispettoso della cultura e della storia del territorio, riguardava il settore enogastronomico dunque, sono stati convocati i giornalisti più esperti del campo (meglio di cucina) per studiare la situazione e proporre le relative considerazioni, dopo aver toccato con mano (e pure messo sotto ai denti) alcuni degli oltre cinquanta prodotti tipici del territorio – vere eccellenze – questo, con la volontà di valorizzare la zona della Romagna interna: antica, rurale, genuina, coi suoi sapori e le sue tradizioni millenarie, fra gastronomia, artigianato e anche con il comparto “ospitalità” che ha un gran peso con la presenza di strutture per tutti i gusti e tutte le tasche, dunque, c’è tanto da vedere, da provare e da raccontare. Nel contesto di un fine settimana lungo – detti giornalisti – sono stati accompagnati dalla Valle del Rubicone a quella del Savio, attraversando le zone collinari del Forlivese e del Faentino, in giornate immerse in un’atmosfera autunnale con bruma, nuvole basse e pioggerella insistente, clima che ha reso anche più suggestive le visite presso i “luoghi del gusto”:
intanto a Sogliano (FC) patria dei produttori di formaggio di fossa, dove abbiamo troviamo Fosse Venturi, che ha proposto la visita alla “fossa” con gradevole degustazione di vari caci abbinati a piccoli salumi e confetture. Un ottimo Sangiovese superiore, ha aiutato a “pulire” il palato. Famiglia Venturi non si è improvvisata nell’attività, gli esordi risalgono ai primi del secolo scorso senza mai interrompersi, tranne durante il periodo bellico, allorquando alla fossa è stata “cambiata la destinazione d’uso”… Dapprima si “fanno” i formaggi: vaccino, misto (50%pecora-50%mucca) bufala, pecorino; intanto si prepara la fossa: sanificazione, posizionamento delle canne, impagliatura pareti, installazione travi e assi alla base; poi il riempimento: si mettono in sacchetti di cotone i formaggi che si inseriscono sovrapposti dalla base fino al portello di apertura, in totale circa 7 mila formelle da 5/7 Kg. che stanno a “riposare” anche oltre 9 mesi (come i Grana, stagionati a temperature superiori ai 12°C che si caratterizzano per la crosta compatta e resistente); quelli a pasta molle, invece, che non maturano più di 60 giorni, sono stagionati a temperature di 2-8°C. il Formaggio di Fossa Dop è celebrato per tutto il mese di novembre con una sagra per le vie del borgo fra assaggi e degustazioni. www.fosseventuri.it
Visita allo storico laboratorio artigianale di produzione delle rinomate Teglie di Montetiffi nate per la cottura della piada “pane povero di Romagna” (G. Pascoli docet) usate anche per cuocere pane, verdure, caldarroste, dolci, pesce… Le Teglie (da “testo” di terracotta anche “teggia” in dialetto locale) sono create a mano da Maurizio Camilletti con la moglie Rosella. Cercano le terra giusta in zona e dopo un laborioso processo manuale, modellano i “dischi” in diversi formati: grandi per il camino, la stufa e il forno, piccoli per i fornelli a gas, li mettono ad asciugare e, dopo la cottura in forno, tornano sulle scalere per qualche giorno. La bottega è aperta a turisti, gruppi, scolaresche e, accordandosi, è possibile assistere alle varie fasi di lavorazione. Le Teglie di Montetiffi testimoniano un mestiere che raccoglie l’energia creativa che nasce dalla terra e per fare felice Maurizio (l’unico “tegliaio” rimasto) bisognerebbe trovare qualcuno intenzionato a portare avanti l’attività…. letegliedimontetiffi@libero.it
Chiusura della giornata ospiti dello chef Giorgio Clementi presso l’Osteria dei Frati a Roncofreddo (FC) piccolo borgo sulle colline tra Rimini e Cesena. Giorgio Clementi e Valentina Grandotti guidano l’Osteria dal 2012 dopo aver raccolto l’eredità di Renato Brancaleoni famoso affinatore di formaggi. L’ambiente è familiare e intimo, in inverno si sta in sala scaldati dalla stufa a legna, nei mesi estivi si cena all’aperto nel rigoglioso giardino o nella terrazza panoramica con vista sulla riviera romagnola. La cucina di Giorgio è fatta di studio, con ricette ispirate alla tradizione, ma con nuova vitalità e leggerezza, di crescita e qualità – presidi Slow Foode preparazioni artigianali – con un occhio attento alle stagioni e con grande cura dei dettagli. Menù: cappelletti affumicati prugne e cavolo nero annaffiati con Antiqua di Francesconi Paolo di Faenza (macerazione delle bucce in anfora); cappello del prete brasato al Sangiovese verze e olive con Sangiovese Appio; cremoso al mascarpone, crumble e gelato al caffè, con cialda al cacao, tutto innaffiato da Albana secco Codronchio (Fattoria Monticino Rosso) http://www.osteriadeifrati.com
Pernottamento presso Palazzo Gessi room&breakfast a Tribola di Borghi (FC) in un casolare tipico primo ‘900 con bel giardino; sei camere semplici e confortevoli, ognuna con la sua particolarità; non mancano i principali servizi e comodità. La colazione a buffet è ricca e di qualità, con attenzione ai prodotti locali. A richiesta noleggio bike elettriche per escursioni sul territorio di proprietà della struttura; organizzazione di pranzi o cene da asporto; disponibile acquisto “Borsa Romagna Mia” con prodotti del territorio. Ideale punto di partenza per arrivare a: Cervia a solo 29 km… Cesenatico tra Rimini e Ravenna e il suo porto canale leonardesco, Cesena centro storico ricco di testimonianze storiche, Gambettola famosa per il suo Carnevale di Pasqua, Gradara la sua rocca e il suo castello, Longiano, tra Cesena e Rimini di origini medievali, Pennabilli in Val Marecchia, nel parco naturale del sasso Simone e Simoncello, Castello di Ribano di epoca medioevale, Rimini mare e la vita notturna, a Roncofreddo l’oratorio della Madonna della Misericordia, Riccione moda e la vita notturna, San Leo e la Repubblica di San Marino, Santarcangelo di Romagna città d’arte, Sogliano al Rubicone paese famoso per il formaggio di fossa, Savignano sul Rubicone per il ponte romano sul Rubicone dove Giulio Cesare pronunciò “Alĕa iacta est”. www.palazzogessi.it
Alla Tenuta Casali a Mercato Saraceno (FC) si definiscono “agricoli, artigiani del vino e custodi della terra”: visita in un podere dove si pratica agricoltura biologica e sostenibile.
“Coltiviamo leguminose a filari alterni – ci confida la padrona di casa Silvia – per apportare sostanza organica in vigna evitando l’utilizzo di concimi non organici”. Preferiscono lavorazioni manuali del terreno sulla fila per favorire lo sviluppo delle viti e controllare le erbe infestanti su un’area di 20 ettari su antichi terrazzamenti fluviali, scelti per qualità del terreno, esposizione al sole e microclima (forti escursioni termiche) sugli 80 complessivi, situati nell’area di produzione Romagna Doc, all’interno della sottozona San Vicinio/Mercato Saraceno, nel punto mediano della Valle del Savio. I vini della Tenuta nascono da uve autoctone con una lunga storia, capaci di regalare grandi emozioni e sorsi di personalità e carattere. Di Sangiovese ne producono diverse interpretazioni grazie alla grande versatilità di una delle migliori uve del mondo. L’Albana, il Famoso e il Trebbiano rappresentano l’anima bianca del vino di Romagna: tre vitigni molto diversi tra loro, ma con in comune la stessa capacità di stupire riempiendo il calice di profumi e sapori tipici di questa terra. Il Cabernet Sauvignon – unico vitigno non autoctono, ma ormai diventato di casa in Romagna – completa alla grande la gamma della produzione. www.tenutacasali.it
All’ora di pranzo, andiamo a San Piero in Bagno (FC) dall’allievo d’eccellenza del maestro Paolo Lopriore, lo chef Gianluca Gorini (Miglior Chef Emergente del Centro Italia 2012 e Chef Sorpresa dell’anno della Guida Identità Golose 2015, pure stella Michelin 2019) che ci ospita per farci assaggiare un menù degustazione e relativi vini. Ma prima di tutto lo chef si è presentato con uno straordinario fungo porcino che sembrava finto! E dopo averlo visto così “nature” l’avevamo già nel piatto, cotto non si sa come, tagliato per il lungo: al primo morso era leggerissimo, il cappello sembrava carta velina e il gambo, tenerissimo e saporitissimo… Davvero una gran bella entrée di stagione! Poi chef Gorini ha dato il via alla “formalità” (…ci toccava…): battuta di cervo, miele di tarassaco, bergamotto, aneto e caffè; lepre al vino rosso, patate all’olio di carbonella, ginepro e more sott’aceto; pasta ripiena di cacciagione, brodo di funghi, alghe, verdure e spuntature; colombaccio scottato alla brace, estratto di alloro e cipolla al cartoccio; zuppa inglese “daGorini” caffè e piccola pasticceria. Sono stati serviti: “P” di Pertinello Metodo classico Dosaggio zero, Arcaica 2022 di Francesconi, Sangiovese Sup. Primo Segno Doc Sangiovese Sup. “2015, – Tregenda “R” Vendemmia Tardiva Villa Papiano Modigliana, RA. Presentazioni giustamente sofisticate, abbinamenti pregevoli e preparazioni semplici (all’apparenza). Trapelava la passione per il buon mangiare e la conoscenza dell’arte culinaria.
Risultato: formidabile! www.dagorini.it
Per smaltire le calorie finora accumulate, niente di meglio che un bel giro a Civitella, nella valle del Bidente, all’agriturismo Campo Rosso, azienda agricola biologica e fattoria didattica immersa in un meraviglioso contesto. Lì si possono svolgere tantissime attività, ma forse la più intrigante, è la scuola di piadina (in dialetto “pida”) con Katia (Katia Sandri, agrichef, sommelier, guida equestre e titolare dell’agriturismo e dell’azienda agricola dal 2017, in predicato di partecipare con la figlia alla trasmissione “Il contadino cerca moglie” nel suo caso “marito”) donna che più multitasking non se ne conoscono… (tiene dietro alla fattoria, ai campi, agli animali di bassa corte oltre che a somarini, cavalli, capre – e poi all’albergo – nove camere – e al ristorante…). È lei che insegna anche a preparare deliziosi tortelli (piadine tipo ravioli farcite) e crescioni con erbe aromatiche selvatiche e fiori eduli che insegna a trovare e raccogliere nei prati lì intorno. Alcuni di noi si sono cimentati nell’operazione “novella zdora” con “buoni” risultati… Comunque per i veri appassionati dell’arte culinaria, c’è il corso di “Team Cooking”, tutti insieme appassionatamente in cucina, usando i prodotti del territorio ed è sempre festa! www.agriturismocamporosso.com
Serata con le gambe sotto al tavolo a La Campanara di Galeata (FC): una casa in sasso del 1500, facente parte di un complesso ecclesiastico con tanto di chiesa consacrata – Santa Maria dei Miracoli – e annesso campanile (da cui il nome). Osteria (un tempo canonica del paese) più locanda in un ambiente familiare confortevole con camere di charme immerse in una quiete irreale, quasi fuori dal tempo, che racconta secoli di storia coniugando il nuovo e l’antico. In cucina due professionisti: Alessandra Bazzocchi e Roberto Casamenti, una maestra e un geometra che hanno fatto la scelta della vita nel magico borgo medievale di Pianetto. Lui poi, è il classico soggetto che sa fare tutto: ottimo chef in cucina, bravissimo gestore dell’albergo, vignaiolo, giardiniere, barista e falegname… (da invidia!). Pochi piatti, rigorosamente stagionali, una cucina di casa senza artifizi, una rete di piccoli produttori del territorio (di vino compresi) che li affiancano con passione. Fuori dalla finestra l’orto didattico (aperto agli ospiti) e tutto intorno le colline dell’alta valle del Bidente, ricche di storia e di tradizioni legate alla terra e alla cucina. www.osterialacampanara.it
Da lì, attraversando la Valle del Montone si arriva a Dovadola dove in piazza Vittoria c’è la piccolissima bottega “Nel nome del pane” forno biologico di Cappelletti & Bongiovanni (altro punto vendita a Forlimpopoli) e un laboratorio-ufficio, dove panificano con metodo di economia locale solidale e sostenibile, formando una filiera fra chi coltiva, produce e trasforma, compreso chi compra e consuma. La signora Anna, che gestisce il negozio da quarant’anni, ci spiega che i loro prodotti da forno sono tradizionali e creati ispirandosi alla dieta del dr. Mozzi, fondata sull’alta digeribilità, la genuinità e la naturalezza. Intanto utilizzano solo farine di Grani Antichi e cereali a taglia alta, coltivati prima degli anni 60, non selezionati per il contenuto di glutine e tutti coltivati con metodo bio. Lo scopo è produrre per le persone, rispettando, al contempo, la natura. Sono un Panificio Certificato Biologico e le materie prime che utilizzano non contengono sostanze chimiche ed inquinanti per la madre Terra. Vogliono mantenere l’attività una realtà artigianale, perché credono che il miglior prodotto possibile e l’alta considerazione delle risorse umane siano i valori fondamentali dell’impresa. Preferiscono materie prime del territorio, per alimentare, implementare e sostenere l’economia locale creando progetti di filiera. www.nelnomedelpane.it
Pranzo Al Vecchio Convento a Portico di Romagna (FC) vera “perlina” (ina per le dimensioni…) splendente della vallata del Montone, con ricchezze storiche, artistiche, architettoniche “inimmaginabili” e scoperte grazie al professore Gurioli, preside in pensione che abita in paese e ne sa di ogni… (grande prof!). E dopo avere magnificato il posto, parliamo del “ricovero” a cui ci hanno destinati… Al Vecchio Convento è hotel 3 stelle in centro paese, ospitato in un antico palazzo ottocentesco (grazie alle recensioni di esimi colleghi, pare che offra il non plus ultra della cucina romagnola tipica): aspettativa creata! Le sale del ristorante sono state ricavate dal vecchio granaio e dalle cucine della casa padronale. I camini scaldano gli ospiti durante l’autunno e l’inverno. Subito fuori c’è il giardino interno – una vera chicca – dove godersi un pranzo o una cena nella bella stagione. Ad accogliere gli avventori, la regina della casa, Marisa Raggi affabile signora che sprizza subito simpatia, in cucina, lo chef Giovanni Cameli, il figlio Matteo e i il team, per realizzare i menù che variano con le stagioni e con i prodotti freschi del territorio; in cantina, circa 150 etichette nazionali e internazionali, ma anche di vini della Romagna e della Toscana (alcune teorie, per i migliori abbinamenti, vogliono prodotti locali/vini locali). Una volta a tavola si scopre che il menù è in gran parte dedicato al tartufo… (Apperò!). Nelle valli romagnole, non sono pochi coloro che si dedicano – Lagotto muniti – alla ricerca dello squisito fungo ipogeo e anche il Vecchio Convento ha la sua tartufaia (dove poi si potrà andare a vedere un momento di vita attiva dei “cavatori” con i loro amabili partner all’opera). Crostini di crema di parmigiano e tartufo bianco, abbinati a un Blanc de Noirs Dosaggio Zero Pertinello; cappelletti di pernice e tartufo bianco, abbinati a un Tèra Fondo San Giuseppe 2022; tagliata di vacca vecchia portoghese tartufata, con Vigna Le Case di Ballardini 2022; funghi porcini fritti e patate al tartufo; torta di aglio nero fermentato e per finire; creme caramel di castagne, con Tregenda R! Albana passito Villa Papiano 2020 (caffè)…. Dunque? Aspettativa… superata alla grande! Per gli appassionati di vino, è possibile visitare la cantina centenaria de Al Vecchio Convento e scegliersi la giusta etichetta da gustare. Inoltre per i clienti dell’albergo si organizzano degustazioni ed escursioni enogastronomiche presso i vari produttori di vino e olio dei dintorni. Un consiglio? Approfittatene! www.vecchioconvento.it
Una bella passeggiata nel bosco alla scoperta del foliage, nelle mille tinte del giallo, arancio, rosso, viola e marrone, al seguito della graziosa Nicoletta Conte, una vera giovane “truffle trainer” locale col suo “Lagottino”, che già vanta numerosi ritrovamenti (anche cospicui, di quelli che da un giorno all’altro, ti mandano a fare due settimane nei mari del Sud) e per non smentirsi, il riccio cagnolino, fa bella figura anche stavolta: tre pezzettini niente male nel giro di un’oretta! (oh, meglio che investire in Bot o Btp…).
La scarpinata del pomeriggio ha messo un discreto appetito a tutti… Quasi quasi una cenetta a Castrocaro Terme? Allora vale la pena scavallare la Valle del Montone in direzione “Salsubium” dalla antica storia! Meta finale, ristorante Essentia dove – ci hanno anticipato – ogni giorno lì propongono qualche nuova suggestione, che si scopre solo una volta seduti al tavolo… Siamo nel regno dello chef e patron Andrea Giacchini, castrocarese poco più che trentenne che dirige i lavori con la socia e compagna Jessica Spighi. Qualcuno (i soliti esimi nostri colleghi…) l’ha definito giovane romagnolo molto estroso e genuino, con tanto entusiasmo, energia e belle idee… Viene dall’Artusi di Forlimpopoli (Istituto alberghiero) con trascorsi a La Frasca di Milano Marittima, poi ha maturato una bella esperienza con lo chef Xavier Mathieu (stella Michelin) al ristorante Le Phébus & Spa Relais et Château in Provenza; a fine 2019 ha aperto il suo Essentia in un periodo decisamente difficile per tutti. Le credenziali sono “super”! Vediamo: gnudi di cipolla e fossa con un giovane Sauvignon Blanc; tagliolini di “strozzapreti”, burro affumicato, vaniglia e parmigiano con un’Albana secca di discreta struttura ed intensità; cappello del prete, chimichurri alle alghe e cime di rapa con un onesto Sangiovese Superiore; finale con pera appassita, gorgonzola e mandorle; cantuccini, tutto innaffiato con Albana passito.
(NB: dei vini non abbiamo avuto modo di vedere le etichette). www.essentiaristorante.it
Per alloggiare nottetempo, siamo stati ospiti della Corte San Ruffillo a Dovadola. “Cercare un rifugio dell’anima dove trovare il tuo tempo…” questo è il benvenuto dellagentile Sara, la signora della Corte, la padrona di casa di una grande tenuta sulla collina di Dovadola, nell’Appennino Tosco-Romagnolo, tra le colline e le Foreste Casentinesi, nei borghi del buon vivere, dove con la natura che fa da sfondo, ci sono albergo (14 stanze fuori dal tempo e dentro il verde); sala convegni, ristorante, area benessere, piscine (con comfort di Spa) cantina (per i vini biologici scaturiti dal vigneto in loco) e anche la chiesa e tutto intorno cipressi e ippocastani, tra mura antiche del tredicesimo secolo e il minimal design di oggi. Un incanto! Peccato doversi defilare proprio adesso. Alla Corte San Ruffillo, c’è l’agriresort per i momenti e ricordi speciali: eventi e ospitalità tra natura, relax e architettura, ideale per festeggiamenti personali o aziendali, in particolare adattissimo per i matrimoni: sposarsi in una cornice magica, immersi nella natura e nel design, con ogni confort, dalle prime luci dell’alba al cuore della notte, accompagnati, professionalmente in ogni istante, nel passo più importante della vita, con la libertà di festeggiare per giorni. www.cortesanruffillo.it
Visita al CAB di Brisighella per una degustazione di pregiatissimo olio EVO, ottenuto da olive della varietà Nostrana di Brisighella – autoctona – da oltre 105 mila piante su oltre 450 ettari che disegnano il paesaggio delle colline di Brisighella nella valle del Lamone, nel periodo compreso fra l’inizio dell’invaiatura (fase della maturazione dei frutti, in cui avviene il viraggio di colore dell’epicarpo) e il 20 dicembre di ogni anno. Attualmente sono 630 i soci che conferiscono le olive al CAB di Brisighella. La raccolta avviene ancora oggi a mano, anche sui terreni in forte pendenza. Le olive sono sempre spremute entro 2 giorni (questo forse è uno dei segreti che rende quest’olio tanto speciale). La cooperativa nasce nel 1962 quando un gruppo di 16 agricoltori decide di collaborare per promuovere le produzioni vitivinicole e olearie del territorio. Da qui nasce la prima Dop italiana legata all’olio extravergine. Nel 1971 l’azienda si arricchisce del frantoio e realizza la prima molitura. L’Olio Extravergine di Brisighella nel 2022, è il Miglior olio Dop nella Oli d’Italia. Il Brisighella è olio molto pregiato – competitivo ed eco-sostenibile – di qualità superiore ed estratto a freddo, è ricco di polifenoli ed antiossidanti dalle caratteristiche esclusive e riconoscibili. Il prodotto è gestito dal Consorzio che ha per scopo la tutela, la promozione e la valorizzazione, nonché l’informazione del consumatore e la cura personale degli interessi relativi alla denominazione.
“Quest’anno, per le note vicende climatiche, la resa è “ridicola” ma la qualità ottima” – afferma Cristina Tedesco, responsabile della rete commerciale della cooperativa CAB Terra di Brisighella accompagnandoci alla degustazione per l’analisi sensoriale (visiva, olfattiva e gustativa): assaggiamo l’olio lasciando che scorra su tutto il palato e pratichiamo lo “strippaggio” (si fa entrare l’aria in bocca tenendo i denti stretti). In questo modo il liquido si ossida e aderisce meglio alle papille gustative. Proviamo ad individuarne le caratteristiche mentre teniamo il bicchierino di vetro blu scuro stretto nel palmo nella mano, per mantenere la temperatura. Colore: verde smeraldo con riflessi dorati; odore: fruttato di oliva, si integra con le note di erba appena tagliata e pomodoro; l’aroma è intenso e delicato, ricorda il carciofino verde; le note dolci, amare e piccanti sono presenti in misura equilibrata e armonica. Sapore: sensazioni medio-intense sia di amaro che di piccante; acidità massima: (senza poterla valutare in termini tecnici) al gusto, mediamente acida; in definitiva ci pare ottimo olio il cui destino è finire nel condimento di pietanze ricercate, molto adatto su pesce, carne e selvaggina, ma anche su una onesta fetta di pane tiepida…
Pranzo e tour a Faenza, ospiti della famiglia TreRè: siamo in un agriturismo che è una moderna azienda vinicola, che persegue costantemente la qualità. Seguendo rigidamente le regole degli agriturismi, garantisce agli ospiti prodotti nati in loco o in aziende romagnole (comunque marchiati Dop o IGP). Si mangia nei locali interni ricavati dalla vecchia stalla, nel bellissimo patio e, nei mesi più caldi, anche nel giardino esterno. Il menù – seguendo il susseguirsi delle stagioni – cambia frequentemente, quasi di mese in mese. Da TreRè cercano di offrire varie scelte per ogni singola portata, curando molto la sostanza e l’aspetto, con l’obiettivo di recuperare le antiche ricette della tradizione culinaria locale. Fiore all’occhiello è la cantina, che viene da cinquant’anni di storia e grande passione per la vite che oggi fa imbottigliare i vini espressione del territorio per esportarli in tutto il mondo… Il più famoso è il “Sanzve’s” il Sangiovese di Romagna, vino schietto, esuberante, robusto e ospitale, allo stesso tempo aspro, sincero e delicato e che, secondo Massimiliano Fabbri (figlio della titolare) rappresenta il sangue e il carattere della gente di Romagna. Menù tipico: antipasti con salumi della zona, piadina e formaggi locali; primi “romagnoli” con pasta fatta a mano e secondi con tagliate di manzo e grigliate miste di carne; per i vegetariani, nessun problema: lasagne di verdure, ortaggi di stagione e friggione. Non mancano i dolci della tradizione.
Questo press tour ha fatto parte delle azioni previste dal Progetto di marketing territoriale e promozione integrata del territorio a cura del Gal-L’Altra Romagna e Visit Romagna denominato Romagna Autentica. L’iniziativa realizzata con l’ausilio di alcuni professionisti della comunicazione di tutta Italia, ha puntato a potenziare in chiave turistica, la valorizzazione delle aree interne di competenza del GAL-L’altra Romagna, comprensive di 25 Comuni e 8 vallate – Bidente, Lamone, Montone, Rabbi, Rubicone, Savio, Senio, Tramazzo – è stato finanziato con i fondi del piano di sviluppo rurale.
Come in tutti questi press tour, a cose fatte, si ringrazia chi ha reso possibile l’evento, chi si è adoperato per risolvere i non pochi grattacapi incontrati; si ringraziano le Aziende che hanno offerto l’ospitalità, i produttori di eccellenze e i colleghi (dal più esperto della comitiva, alla coppia di friulani, fino alla un po’ sdegnosa signorina bolognese). GfL