Una merenda contadina nella rustica cornice della cantina, assaggi, racconti e tradizioni che portano in un mondo dove scoprire tutti i sapori dell’inverno e dei grandi vini di Fattoria Nicolucci.
Tradizioni, sapori agresti e racconti sui riti di passaggio stagionali, venite assieme a noi in una vera Cantina dove imparerete e assaggerete direttamente la Vera Romagna Rurale!
Tanti assaggi di piatti dal sapore di una volta vi aspettano, assieme alle degustazioni dei grandi vini prodotti in azienda, in questa merenda culturale dove imparare a conoscere tutti i segreti e le suggestioni di questo speciale periodo dell’anno legato a San Martino.

Iscrizioni entro il 10 novembre p.v. scrivendo a:
holami68@icloud.com o via Whatsapp a MICAELA (formatrice Slowfood) 366 4444131
Costo della esperienza e degustazione € 20 (da regolare in loco)

Orario ore 16:00 – Durata circa 90 minuti

presso:
Fattoria Nicolucci
Via Umberto I,21 47016 Predappio Alta
Predappio FC

Un bel posto da visitare nei dintorni:
La diga di Ridràcoli è una diga ad arco-gravità che sbarra il corso del fiume Bidente nei pressi dell’abitato di Ridracoli a Bagno di Romagna (FC) formando l’omonimo lago artificiale. È una delle dighe più grandi e importanti dell’Emilia Romagna e dell’Italia settentrionale.

Tutta la struttura della diga è stata realizzata con impiego di inerti, sabbia e pietrischi a granulometria appositamente studiata con dimensione massima di 12 cm, legati con cemento pozzolanico tipo 325 a basso sviluppo di calore. Pur trattandosi di una opera in calcestruzzo semplice si è fatto un alto uso di barre d’acciaio. Il costo di costruzione è stato innalzato dalla distanza delle fonti di approvvigionamento dei materiali: le sabbie venivano dalle cave di San Bartolo di Ravenna, la ghiaia dal fiume Marecchia, dal Metauro e dal Tevere.

Il lago prospiciente (di Ridracoli) ha una superficie di 1,035 chilometri quadrati, è profondo 92 metri e può contenere fino a 33,06 milioni di metri cubi di acqua in cui vivono pesci ciprinidi (alburno, barbo, carassio, carpa e tinca.) e salmonidi (trota di lago, temolo, coregone lavarello, salmerino di fonte e alpino).

Ideale per percorsi di trekking, picnic all’aperto, escursioni in battello elettrico, giri in canoa, mountain-bike, queste sono solo alcune delle attività che è possibile fare in quest’area. Tutto il territorio attorno alla diga è segnato da diversi percorsi naturalistici.

E, una capatina nel cesenate, a Sarsina?
Si trova nella valle del fiume Savio, nell’Appennino tosco-romagnolo; dista 32 km da Cesena e 50 km da Forlì. La vetta più elevata all’interno del comune è il monte Facciano (935 m) nei pressi della frazione Quarto. Il territorio comunale è composto da una zona principale e da 2 exclave. Sarsina – la città che ha dato i natali a Tito Maccio Plauto: il più grande commediografo latino, il gigante che torreggia ai primordi della letteratura latina, il padre della commedia occidentale. Sarsina è nota per la sua basilica concattedrale (della diocesi di Cesena-Sarsina) che fu eretta tra X e il XI secolo, in stile romanico, su un edificio preesistente di epoca romana o paleocristiana. Essa è dedicata a San Vicinio (vissuto fra III e IV secolo) colui che la devozione popolare ritiene il primo vescovo della chiesa sarsinate e patrono della città.  All’interno si conservano le spoglie del santo e la sua taumaturgica “catena”.
La tradizione afferma che san Vicinio, fosse un eremita ritiratosi su un monte che ancor oggi porta il suo nome (monte san Vicinio, nel comune di Mercato Saraceno) per condurre una vita di preghiera e penitenza. Egli sarebbe stato indicato ai sarsinati come vescovo della loro città direttamente da Dio, e anche dopo la sua elezione avrebbe proseguito la vita eremitica. Come pratica penitenziale, il Santo soleva indossare un collare di ferro, a cui appendeva una pietra per appesantire il collo. L’oggetto in questione, costituito da due bracci uniti da un duplice snodo e terminanti con due anelli combacianti, secondo una ricerca scientifica operata presso l’Università di Bologna, la catena, sarebbe di incerta origine e da attribuire ad un’epoca contemporanea o precedente la vita del Santo. Attualmente il collare è usato per benedizioni. Per i credenti, infatti, esso avrebbe effetto taumaturgico su chi è soggetto a possessioni diaboliche e sugli infermi. Si è solito dire che “La Catena” è la mano del Santo che con la sua potente intercessione presso Dio, dona la grazia a tutti coloro che giungono fino al suo altare in devoto pellegrinaggio.  Ogni 28 agosto a Sarsina, si celebra il santo vescovo a cui il demonio stesso ammise di dover cedere.

Associazione Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena
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