Impariamo dagli spot pubblicitari televisivi che Joe Bastianich, detto Joe (chef tristellato statunitense con cittadinanza italiana – imprenditore titolare del “Bastianich Hospitality Group” con 16 ristoranti di cui 15 negli Stati Uniti e uno in Italia a Cividale del Friuli – personaggio televisivo e anche cantante)  ultimamente ha instaurato una joint venture con McDonald’s – la famosa catena di ristoranti di fast food americana – per lanciare “My Selection 2023” la linea di hamburger premium, approntata con materie prime DOP e IGP nostrane (leggasi emiliano romagnole) selezionate, appunto, per qualità e origine.

Tra gli altri, nella sua bottega romana (in via Giolitti, 36) si assapora tutto il buon gusto dell’America con il pollo fritto cotto con una speciale tecnica, goloso e fragrante e con il mitico bacon home made al Bourbon whisky, c’è lo “smashburger” con il “patty” (polpetta o hamburger) croccante all’esterno e morbido e succoso all’interno, composta da macinato di carne 100% Black Angus, che è sapere, sapore e stupore

Di Bastianich abbiamo accennato, di McDonald’s, diciamo adesso: intanto il nome ha origini scozzesi e deriva dal gaelico “Mac Dhomhnaill” che significa “figlio di Donald” (“Mac” significa “figlio di” e “Dhomhnaill” è forma gaelica dell’inglese “Donald”) è la catena di ristoranti di fast food americana, nata nel 1955 in Illinois (USA) grazie all’idea dei fratelli Dick e Mac McDonald e del loro cosiddetto “sistema espresso” che permetteva di ordinare un hamburger e di consumarlo in brevissimo tempo, lì sul posto, senza la classica attesa che invece occorreva fare nei “drive-in”… Nel 1971 McDonald’s apre il primo punto di ristoro europeo ad Amsterdam (poi nel 1990 in Cina e in Russia). La carne utilizzata dai Mac, proviene da più di 15 mila allevamenti situati perlopiù in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ma dal 1996 è l’Inalca (Gruppo Cremonini, Ieader del settore) il maggior fornitore in Italia, Danimarca, Grecia, Malta e Cipro. Nel 2012 McDonald’s conta 34 mila ristoranti in oltre 119 paesi nel mondo, quasi tutti gestiti in franchising. Fino al 2018 è stata la più importante catena di fast food al mondo per numero di punti vendita, quando è stata superata da “Subway Restaurants” – meglio nota come “Subway”, catena del fast food (anche questi in franchising) che vende principalmente insalate e sandwich (chiamati “Sub“) che il cliente può ordinare sul momento scegliendo fra tutti gli ingredienti lì per lì disponibili. Appunto, nel 2018 Subway è diventata la prima catena al mondo.
Per la cronaca, l’anno scorso – agosto 2023 – Subway, è stata ceduta alla società di private equity “Roark Capital” per 9,6 miliardi di dollari.

 

Tornando alla storia – come racconta il regista John Lee Hancock nel suo “The Founder” – visto il successo dei McDonald’s, arriva “Burger” (che c’era già dal 1891 a Amburgo in Germania) del cuoco Otto Kuasw, che ideò una nuova tecnica cucinando la salsiccia e la bistecca alla maniera di Amburgo – hamburger steak – (dunque Burger) la carne tra due fette di pane, scaldate e mangiate “al volo”. Da notare che hamburger e burger non sono sinonimi: con il termine “burger” si indicano tutti i “medaglioni” di qualsiasi carne (o di verdura) “hamburger” invece, deve essere solo carne di manzo. Da noi (in Italia) l’Hamburger è arrivata verso la fine degli anni ‘80, dai paesi confinanti e per questo è stata battezzata “svizzera”, dal nome della vicina confederazione elvetica.
Di concorrenza i “Mac” ne hanno sempre avuta, anche in Italia, a Milano, con “Burghy” che è stata una catena italiana di fast food con il primo ristorante in piazza San Babila, fondata da “Supermercati GS“, quando apparteneva al gruppo SME, finché il brand è stato inglobato, proprio da McDonald’s, che, con la chiusura dell’ultimo punto vendita a Casalecchio di Reno (BO) nel 2006, è sparito del tutto… Così McDonald’s in Italia col suo cavallo di battaglia, il “Big Mac” (ideato nel 1965 da Jim Delligatti nella cucina del suo ristorante alla periferia di Ross Township, in Pennsylvania) resta leader indiscusso e intanto, l’industria globale dei fast food continua a crescere: oggi siamo a 907 miliardi di dollari di fatturato, in Italia McDonald’s ha 670 ristoranti (Burger King ne ha 175) e la ristorazione veloce è ormai un format esteso ben oltre i confini delle grandi catene, anche con altri prodotti come il Kebab (carne di agnello, di manzo o di pollo, mai di maiale vietata dall’Islam, tagliata a fettine, sagomata e infilzata nello spiedo verticale, fino a formare un grosso cilindro rastremato verso il basso) e il Poke (piatto principale hawaiano a base di pesce crudo marinato, servito come antipasto o come portata principale).

Comunque tutti i cibi McDonald’s sono sempre buoni. La chiave della “bontà” è la semplicità: zucchero, sale, un po’ di acidità e un po’ di grasso, con il pane – da 30 anni ormai, prodotto da Fortisa AG di Zuchwil (SO) (chiamato “bun” dai professionisti) fatto con farina di frumento, acqua, sale, zucchero, olio, lievito e prodotti per la panificazione e ancora, il latte, che si utilizza per preparare i coni gelato, i Sundae e i McFlurry, che è latte intero 100% italiano proveniente da allevamenti italiani, fornito da Granarolo (BO). Tra i prodotti più salutistici offerti da McDonald’s, il panino con meno calorie risulta essere l’Hamburger con soli 250 calorie circa, che si distingue per la sua semplicità: panino con sottile hamburger di manzo, ketchup, senape e un pezzetto di cipolla, poi, il più proteico, il Crispy McBacon, sempre con poche calorie, ci sono il Chickenburger, il filet-o-fish, il pollo alla piastra, le insalate e gli snack a base di frutta.

 

Consigliamo un consumo sempre consapevole dei prodotti dei fast food, perché è bene ricordare che – hamburger, hot dog, patatine fritte… – contengono grassi saturi, che consumati in eccesso sono dannosi per la linea e per la salute e molto sale, che, se assunto in dosi eccessive, aumenta il rischio di patologie cardiovascolari, dell’ipercolesterolemia, dell’ipertensione e dell’ictus…

Quindi un pranzo/merenda/cena una volta o due al mese non rappresenta un problema, mentre tutti i giorni potrebbe diventare fonte di problematiche future anche serie, come per esempio eccesso ponderaleobesità, diabetemalattie cardiachedegenerative, tumori, perché è proprio l’introito di “calorie vuote“, ma altamente palatabili, la causa primaria che spesso porta a malattie anche gravi. Dunque è importante non abusare di questo tipo di alimentazione anche perché quando si consumano i cibi ultra processati, si ha un rapido picco di dopamina (l’ormone del piacere) che fa sentire bene, ma che poi, una volta esaurito, lascia un senso di malessere per cui si è portati a desiderare ancora di gratificarsi, innescando il circolo vizioso della dipendenza.
È proprio di questi giorni il decesso di Morgan Spurlock (53 anni) che ha mangiato di continuo (colazione, pranzo e cena) per un mese prodotti di fast food e alla fine è aumentato di 11 Kg. di peso, ha accusato una disfunzione epatica e un evidente stato di depressione. Spurlock ha raccolto critiche riferite al fatto che i problemi al fegato fossero già preesistenti, comunque lui ha comprovato a livello medico, tutta la situazione, nel film documentario “Super Size Me” girato in digitale a Appleton nel Wisconsin (USA) e arrivato nelle sale italiane nell’aprile del 2005; presentato al recente Sundance Film festival ha vinto il “Gran premio della giuria” ed è stato premiato anche dagli incassi (più di 20 milioni di dollari). Spurlock ci ha messo 14 mesi per tornare al peso forma con una importante dieta disintossicante, ma ciò non gli ha evitato il peggio.

  
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