Gli alimenti ad uso umano, in questo 2023 sono molto attenzionati dalle autorità competenti: proprio nei giorni scorsi, con il via libera dell’UE – per ragioni di sostenibilità alimentare – si è deciso di liberalizzare gli insetti ad uso alimentare e le farine fatte dagli stessi, che così (già dal 26 gennaio scorso) troviamo in commercio sugli scaffali della grande distribuzione (in posizioni ben distinte e con precise indicazioni in etichetta) come, tra l’altro, larve di verme della farina minore (Alphitobius diaperinus) addirittura in vari formati: sia congelate, sia essiccate, che in pasta o in polvere, per soddisfare diverse esigenze…
Per gli “insetti” è bastato fissare regole commerciali, mentre per il cibo sintetico (anche in base a un principio di precauzione) la scelta è stata quella del divieto assoluto di produzione e commercializzazione. Divieto che però non si potrà estendere anche ai cibi sintetici prodotti in altri paesi che, in virtù del provvedimento appena ratificato, dovranno trovare autonomi canali di distribuzione nel nostro paese.
Ciò perché, con l’entrata in vigore del regolamento sui “novel food” – dal gennaio 2018 – gli “insetti a scopo alimentare” (grilli, scorpioni, cavallette e coleotteri vari, usati come ingredienti per salse, piatti a base di legumi e verdura, pasta, minestre e prodotti sostituitivi della carne) e relative “farine” (per la produzione di pane, panini, cracker, grissini e altri prodotti da forno) sono consentiti in Europa.
Non sono escluse le bevande (birra) né prodotti come la frutta a guscio e semi oleosi o prodotti a base di cioccolato. L’aspetto più positivo dell’introduzione di fonti proteiche a base di insetti, è la riduzione dei costi e dell’impatto ambientale della filiera alimentare europea.
Dal Consiglio dei ministri arriva il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici, di produrre e commercializzare cibo sintetico (no a carne, latte e pure al sushi in vitro…). Previste multe salate.
E’ dunque un no tassativo quello dell’Italia al cibo sintetico. «È infatti vietato agli operatori del settore agroalimentare e a quelli del settore dei mangimi impiegare nella preparazione degli alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessutiderivanti da animali vertebrati». E, correlate alla perentoria decisione, anche le pene per gli eventuali trasgressori “chi finanziasse, promuovesse, agevolasse in qualunque modo…” che potrebbero essere chiamati a corrispondere migliaia di euro in sanzioni, addirittura finanche a coprire il 10% del fatturato dell’operatore che violasse il divieto (se avesse un fatturato superiore a 60mila euro): la sanzione massima, comunque, non eccederà i 150mila euro. È quanto previsto dal disegno di legge sugli alimenti sintetici approvato il 28 marzo u.s. che, per tutto quanto non previsto da detta legge, si riferirà alle disposizioni di cui alla legge n. 689 del 1981.
“L’Italia è la prima nazione libera dai cibi sintetici” – è il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida che ha dichiarato – “In base al principio di precauzione, previsto anche dall’Unione europea, l’ambiente e la salute pubblica vanno salvaguardate. Ecco perché io e il mio collega Schillaci abbiamo condiviso una proposta di legge che vieta l’utilizzo, la produzione, l’importazione e la vendita di prodotti realizzati in vitro“.
Comunque, su insetti a tavola e alimenti sintetici, l’opinione pubblica italiana, in grandissima parte, condivide (l’84%) e un evidente consenso per l’iniziativa del Governo è stato espresso anche dalla Coldiretti, il cui presidente, Ettore Prandini, ha considerato che il disegno di legge del Governo risponde alle richieste di mezzo milione di italiani che hanno firmato la petizione per salvare il Made in Italy a tavola dall’attacco delle multinazionali, petizione sottoscritta anche dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro Francesco Lollobrigida. Attacco che si è acuito proprio nei giorni scorsi con fandonie esageratamente irreali, provenienti dagli USA (da “Yankees” del Wisconsin) che pretendono di arrogarsi l’origine del nostro “Parmigiano Reggiano” – la cui nascita è “certificata” il 7 agosto 1612 grazie al Duca di Parma, Ranuccio I Farnese che ufficializzò anche la denominazione d’origine con un atto ufficiale per tutelare commercialmente il prodotto. Senza considerare che del Parmigiano già Dante prima e Boccaccio poi, ne avevano incensato i pregi, diversi secoli prima, quando ancora l’America non era stata scoperta… -. Vaniloqui contro le eccellenze italiane, che hanno coinvolto anche il panettone e il “tiramisù”, che come “la carbonara”, sarebbero stati inventati da emigranti italiani – divenuti americani – nei primi anni del ‘900…
Doverosa chiosa sull’intervento del presidente Prandini ospite della trasmissione Agorà di Rai 3 di giovedì 30 marzo – talk show condotto dalla bella e brava Monica Giandotti – Prandini, ha educatamente (anche troppo…) resistito agli attacchi davvero ostinati e insistenti… (chissà perché?) di Sabrina Giannini (ex “Report” e “Indovina chi viene a cena” sempre di Rai 3) che interveniva via web, insistendo a condannare le decisioni di Coldiretti (leggi Prandini) perché lei non condivideva l’idea dello stop al cibo sintetico deciso dal Governo che salva 580 miliardi di euro di valore della filiera agroalimentare nazionale, che è diventata la prima ricchezza dell’Italia nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina. Il Made in Italy a tavola, messo a rischio dalla diffusione del cibo sintetico, vale quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica.
“Ringraziamo il Governo – ha commentato Ettore Prandini – per aver accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy e la stessa democrazia economica. Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. La verità è che non si tratta di carne, ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.
Tra l’altro c’è da considerare che non solo il cibo sintetico è dannoso per l’ambiente, ma può anche essere dannoso per la salute umana.
NB: Bill Gates ha investito circa 50 milioni di dollari nella produzione di alimenti sintetici. In un’intervista con il MIT Technology Review, Gates afferma che “tutti i paesi ricchi dovrebbero passare al consumo esclusivo di carne sintetica come mezzo per combattere il cambiamento climatico“… (forse è parte in causa?)
La situazione inerente i “cibi di sintesi” richiedeva una decisione rapida perché la Food and Drug Administration Usa ha recentemente dato l’autorizzazione al consumo umano di “filetti di pollo creati in laboratorio”, per cui in tempi stretti, tali alimenti saranno presto diffusi anche in Europa.
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