Per Santa Lucia e per il Cioccoshow, sotto alle Due Torri, vanno proprio in crisi i bolognesi e non, che soffrono di glicemia alta… perché, sotto ai noti portici di Strada Maggiore, davanti alla chiesa di Santa Maria dei Servi, si sono accese le luminarie della Fiera di Santa Lucia, il più antico mercatino natalizio della regione (tradizione che si perpetua dalla fine del XVI secolo) forse per i bolognesi, una delle poche certezze rimaste, che, dalle bancarelle cariche di statuine del presepe e di dolciumi di ogni genere… ogni anno da novembre a Santo Stefano (26 dicembre) dà il via all’atmosfera natalizia.

E, dall’altra parte del centro petroniano, in prossimità della stazione Centrale, in piazza XX Settembre, è ripartito, per la diciassettesima edizione, il “Cioccoshow”, il festival che porta sotto le Due Torri, il meglio della produzione artigiana di cioccolato di tutta Italia. A proposito, il termine “cioccolato” è spesso impropriamente confuso con “cioccolata”, sostantivo che però indica solo la bevanda liquida a base di polvere di semi di cacao.

L’edizione 2022, promossa da CNA Bologna e organizzato da Wydex-Gruppo BolognaFiere (come sempre a ingresso gratuito) grazie alle dismesse disposizioni anti Covid, è letteralmente stata presa d’assalto… Dunque assaltati (benevolmente) decine di stand con espositori in arrivo da tutta Italia: da Emilia Romagna, Umbria, Veneto, Lombardia, Puglia, Molise, Calabria e Sicilia. A dar lustro all’evento, anche quest’anno, una delegazione dal Belgio (insieme alla Svizzera e a Oaxaca, in Messico, il Belgio, con Bruges, è ai primi posti al mondo come rinomata patria del cioccolato) presenza apprezzata ormai da moltissime edizioni.

Al Cioccoshow, aderiscono artigiani (e non…): sui banchi, tutti i gusti del cioccolato prodotto dalle fave di cacao crude (cabosse) che crescono sugli alberi nelle regioni tropicali attorno all’equatore, dove il clima è caldo e umido, dai cui frutti (baccelli) sono estratti i semi di cacao (chicchi).  Dopo essere stati essiccati nelle piantagioni e maturati, i chicchi, sono sottoposti a una tostatura leggera, per arricchire il bouquet aromatico che si sviluppa durante la fermentazione, quindi sono frantumati e ripuliti dalla buccia per diventare granella di cacao, che, dopo il “concaggio” e il “temperaggio” (se la temperatura di fusione consigliata è di 50°) diventa classico fondente, o vegano, o bio, “bean to bar” (processo di produzione dalla “massa di cacao” che diviene poi tavoletta finita, processo che – in modo “non artigianale” – molti cioccolatieri “abbreviano”, acquistando dalle industrie il “liquore di cacao” (cioè la massa di cacao, già pronta) dopo di che, si ha il prodotto finito, da toccare con mano e mettere in bocca, per la gioia delle papille gustative…

Per saperne di più, dell’universo cacao, aiuta molto il libro scritto dall’esperto Napoleone Neri, proprio dedicato al cioccolato: “Il cuore del cacao. 500 anni di storia del cioccolato” (Edizioni Pendragon).

Al Cioccoshow non poteva mancare l’aspetto spettacolare della manifestazione, con il “Ciocconight” quando, sabato, molti stand sono rimasti aperti fino a mezzanotte e il pubblico, oltre a gustarsi il cioccolato in notturna, ha assistito al concerto della “Tribute Band Queen Vision” (…se pare poco…).

“Dunque, delizie uniche, tutti i gusti del cioccolato, da conoscere e degustare, questa è la Bologna più dolce, col suo Cioccoshow giunto alla 17ima edizione…” – è Antonio Farnè (inviato del Tg2 Rai) che si aggira tra i banchi del Cioccoshow per documentare il goloso evento e raccontarlo -.

“Salvate la terra! E’ l’unico pianeta col cioccolato!”: questo è l’appello di un pensatore dell’800.  E al Cioccoshow, in vista del Natale, le creazioni d’autore si moltiplicano e sono tutte rigorosamente a base di cacao. Ci sono anche le “praline fashion”, ovviamente di cioccolato e decorate di burro di cacao: l’idea è di “far mangiare bellezza”… C’è anche lo scarpino da calcio al cioccolato fondente e il  “tacco 12”, al cioccolato bianco!  C’è lo stand dove producono ben 25 tipi di cremino, rigorosamente quadrati e a tre strati: da quello più tradizionale, al pistacchio o alla nocciola, ai gusti un po’ più particolari, come zuppa inglese e peperoncino.

Il cioccolato è servito anche per chi ha intolleranze alimentari: ovviamente c’è quello senza glutine, ma pure quello per vegani (chiaramente senza latte).

Sembra un gioco di parole, ma nel 2022 abbiamo anche la nocciola al latte “senza latte” (no vaccino, ma latte di riso). Non mancano le proposte territoriali e con un unico filo si unisce l’Italia, con dolcezza… Dal Piemonte, il tipico bonbon è il gianduiotto, in versione sia al latte che fondente e con cacao e nocciole delle Langhe; poi dal parco di San Rossore (PI) un pinolo ricoperto di cioccolato bianco con fiore di camomilla bianca di Amatrice (RI); dalla Sicilia arance, limoni e pistacchi, tutti ricoperti di buon cioccolato artigianale.

Il cioccolato è ingrediente perfetto anche in cucina: decine le ricette per portare in tavola le idee più golose, una di queste è il “salame di cioccolato”, lo conferma Stefania Paolucci ristoratrice: ”E’ uno dei primi dolci che si danno ai bambini perché non prevede cottura ed è preparato solo con cioccolato fondente, biscotti secchi, frantumati a mano e burro. E’ dolce davvero antico, ma sempre molto apprezzato”.

Cioccolato, una storia secolare: in Italia fu Cristoforo Colombo a sdoganare il cacao, da sempre considerato il cibo degli dei; oggi la sua produzione si aggira sulle 380 mila tonnellate all’anno con un consumo pro capite di 4 kg col fondente che vola: “Nel 2008 c’è stato il sorpasso, il fondente ha superato i consumi di quello al latte che oggi si attesta a circa il 46-48% e quello al latte è al 18%”- lo conferma Napoleone Neri, l’esperto di cioccolato (lo stesso del libro già menzionato -.

Peccati di gola che se commessi con equilibrio, poi non fanno così male, anzi: “Il cioccolato, specie il fondente, fa bene anche alla salute – continua Neri – Il nostro cervello ne beneficia perché si innalza il livello di attenzione e soprattutto, perché fa bene alla circolazione del sangue!”.

(Beh, l’alibi c’è… diamoci dentro! NDR)

www.cioccoshow.it
www.bo.cna.it

(Antonio Farnè – inviato Tg2 Rai)