Visito fiere legate al mondo food e turismo enogastronomico da più di trent’anni e la prima cosa che mi viene da dire, se devo fare un distinguo, è che ci sono fiere che si visitano e fiere che si vivono. “Taste” alla stazione Leopolda di Firenze, appartiene senza dubbio alla seconda categoria.
Ogni anno, da ormai due decenni, questo evento firmato Pitti Immagine è il punto di incontro più raffinato e intelligente della gastronomia italiana. Un luogo dove il cibo non è solo prodotto, ma racconto, stile, identità.
Lo posso dire con un pizzico d’orgoglio: io c’ero sin dalla prima edizione alla Leopolda, marzo 2005, e oltretutto non solo da visitatore: con la mia rivista DEGUSTA, fummo i primi — e unici — editori food presenti con un nostro stand.
Oggi, a ripensarci, sembra quasi un aneddoto inventato. Eppure fu così.
L’atmosfera era quella di un esperimento nuovo, audace, quasi visionario: un salone del gusto che rompeva gli schemi delle fiere tradizionali, con un’impostazione curata, quasi teatrale, e un pubblico fatto di veri appassionati, buyer, chef e curiosi colti… mi innamorai immediatamente di questo format così unico, differente, qualificato!
Il format vincente
Il segreto di Taste sta nella sua coerenza: eleganza, misura, selezione. Non la solita esposizione sterminata di stand, ma un percorso ragionato tra eccellenze artigianali, storie autentiche, packaging curati, assaggi misurati e dialoghi intelligenti. È un evento che parla al cervello e al palato allo stesso tempo. Camminare tra i banchi di Taste significa entrare in contatto con il meglio della cultura gastronomica italiana: piccole produzioni, nuove tendenze, recuperi di tradizione, contaminazioni creative.
Ogni produttore espone come un vero artigiano del gusto, e ogni visitatore esce con una consapevolezza nuova: quella di aver “toccato” l’anima (con mano e con palato) del Made in Italy alimentare più autentico.

Perché vale la pena andarci
Per chi lavora nel settore, Taste è un osservatorio privilegiato. È il luogo dove scoprire prima degli altri i nuovi linguaggi del food: naming, branding, packaging, storytelling.
È dove si capisce in che direzione si muovono i consumi e come evolve il modo di comunicare il gusto. Ma anche per chi non è del mestiere, vale il viaggio: è una fiera “bella”, nel senso estetico e culturale del termine. Curata, coinvolgente, piena di energia. E poi si svolge a Firenze, una delle città più belle e visitate del mondo
Il contorno perfetto: Firenze
Visitare Taste è anche l’occasione ideale per riscoprire il capoluogo toscano con occhi diversi. Dopo una giornata tra banchi di formaggi, salumi, dolci, delicatessen, conserve e vini, basta uscire dalla Leopolda per ritrovarsi immersi in una delle città più belle del mondo. Un aperitivo in Santo Spirito, una cena nelle osterie di San Frediano o una bottiglia condivisa in una delle tante enoteche storiche: è qui che il viaggio del gusto continua. Ai Georgofili c’è un ristorante che conosco bene: si chiama L’Ora d’Aria, lo chef è Marco Stabile, se volete vivere una vera dining experience, andate a cena in questo ristorante.

Chi ha tempo poi, non rinunci a una passeggiata tra le botteghe di via Tornabuoni o al tramonto visto dal Piazzale Michelangelo. Perché Taste, in fondo, non è solo una fiera: è un’esperienza che ti insegna a guardare il cibo — e la vita — con un pizzico di meraviglia in più.
Il biglietto è sempre con te, sul tuo telefono. Scarica gratis l’app PITTISMART, accedi con la tua email e password e procedi al pagamento con carta di credito: https://taste.pittimmagine.com/it/infovisitors

c/o Fortezza da Basso
V.le Filippo Strozzi, 1 Firenze FI
Telefono: 055 36931
Apre alle ore 09:30
taste.pittimmagine.com
(a cura di Gianluigi Veronesi)






