Questo lungo periodo di vacanza (per chi ha potuto…) si chiude con un bilancio positivo per il turismo. Grande affluenza di italiani e stranieri nelle canoniche località caratteristiche (Roma Napoli, Firenze e Venezia) e nelle tante città d’arte. Festività natalizie nel segno dell’arte e della cultura, dunque. E’ preceduto dal segno + il bilancio delle presenze nelle città turistiche e città d’arte nel periodo da Natale a Epifania, un’onda lunga iniziata dal ponte i Ognissanti, passando per quello dell’Immacolata e arrivata fino a questo week end, che manda in archivio le feste. Da nord a sud, tasso di occupazione delle camere d’albergo attorno all’80% con picchi al 90% in coincidenza del capodanno, una performance di tutto rispetto, che ricalca quelle di epoca “pre Covid”. Al top le mete tradizionali come Roma Napoli, Firenze e Venezia, dove si superano anche i numeri del 2019, ultime festività libere da restrizioni, complici anche le giornate di aperture straordinarie di musei, parchi archeologici e del bel tempo. Significativo il ritorno dei visitatori stranieri: nord Europa e Stati Uniti i principali mercati di riferimento, con incrementi stimati che si spingono fino al 15%. Pieno di arte e cultura nelle città di medie dimensioni, come Bologna, Ravenna, Ferrara, Pisa, prese letteralmente d’assalto, soprattutto da turisti italiani alla scoperta delle bellezze vicino a casa.

Quasi superfluo sottolineare il concomitante interesse, con contributo fattivo di assaggi e degustazioni, dei prodotti tipici delle zone sopraccitate, con preferenza (anche per questione economica) per i cibi d’asporto e street food!

A Venezia: per sopire gli appetiti golosi, si va per “bacari”, le caratteristiche osterie, dove si beve vino – il loro nome deriverebbe da Bacco – e si gustano i cosiddetti “cicchetti”, piccoli piatti come delle “tapas”, al gusto di baccalà mantecato, con polenta alle sarde, in saor, al crostino di pane con uovo e acciuga… Ci sono “cicheti” scartosso de pesse (cartoccio di frittura mista di pesce e crostacei) e pure mozzarella in carrozza alla veneziana, come se piovesse…  Anche dolci: “fritoe venexiane” (dolce fritto tipico simile alle castagnole) “bussolà” di Burano (dolce dell’isola a forma di ciambella); tutto quanto si può trovare alla Cantina Do Spade, in san Polo 859; alla Cantina Do Mori, in calle Do Mori, 429; all’Arco, calle Arco, 436; al Bacaro Risorto, in campo San  Provolo, 4700; alle Cantine del Vino già Schiavi,Fondamenta Nani, 992; all’Osteria al Portego, in calle de la Malvasia, 6014; Alla Vedova, Ramo Ca’ d’Oro, 3912; e al Bacarando in Corte dell’Orso, in Sestiere di S. Marco, 5495.

A Firenze: cibi d’asporto e street food da: Ino (via dei Georgofili, 3r/7r); Arà: è Sicilia (via degli Alfani, 127r); Aurelio il Re del Lampredotto (p.zza Bernardo Tanucci) lampredotto in zimino o alla carbonara, trippa, poppa, lingua e tanto altro! Il Cernacchio (via della Condotta, 38r) vera cucina toscana direttamente nel piatto: schiacciate, trippa, primi piatti, ma anche la “Toscana rustica” fra due fette di pane! La Divina Pizza (via Borgo Allegri, 50r) per le pizze, usano unicamente lievito madre vivo, farine macinate a pietra e prodotti genuini di prima qualità selezionati tra le eccellenze del territorio, provenienti da piccoli produttori italiani. L’impasto è altamente digeribile, profumato e fragrante grazie alla lievitazione di almeno 24 ore; Fast Sud gourmet (via Pier Capponi, 34 R) preparazioni espresse  con materie prime artigianali di alta qualità, BIO, DOP, IGP e presìdi “slow food” provenienti da aziende agricole certificate della Puglia e della Sicilia; Firenzen Noodle Bar (via Guelfa, 3) dove l’Oriente incontra l’Occidente… ristorante bar Asian Noodle con piatti tipici tailandesi, giapponesi, cinesi e poke. Vasta selezione di birre, vini, cocktail, drink, matcha e bubble tea. Infine I Fratellini (via dei Cimatori, 38r) minuscola e famosa panineria che serve classici panini a base di carne e formaggio con vino.

A Roma, basta andare da Mariolina (in via Panisperna 222 per ravioli, polpette e gli straordinari salumi e formaggi); poi da Sora Milvia per i fritti (la friggitoria romana a Ponte Milvio); e al Supplizio (via dei Banchi Vecchi, 143, supplì anche in versione vegetariana,  crocchette di patate affumicate e croccanti di baccalà e molti altri “street food”); una puntatina da Pork’n’Roll La Bottega (via Carlo Caneva 11\B  c/o Tiburtina: burger di suino allevato da loro, caciocavallo podolico, cavolo nero ripassato, sfoglia di patate al forno, hummus di ceci con il loro bacon); vale la pena anche “Er buchetto” (via del Viminale 2 F, storico e iconico bar/gastronomia per panini con porchetta stagionata e pane croccante); e al Mercato Centrale (via Giolitti 36 all’interno della “Cappa Mazzoniana” per pizza, carne, sushi, gelato, pasticceria, birreria, enoteca, ecc.); e ancora da “Il trapizzino” di Stefano Callegari (più noto come pizzeria al taglio “Sforno”, al Testaccio); e alla  Pastella (la bottega del fritto in viale Gottardo 39/41 nel quartiere Montesacro) e sempre a proposito di fritti… da I Supplì (in via San Francesco a Ripa 137, per pizza al taglio, piatti di pasta e snack fritti di carne italiani da portar via); e al Panificio Bonci (il “pizzarium” in via Trionfale, 36 pizze, pane e dolci a base di ingredienti biologici, tutto da asporto).

A Napoli, c’è di tutto: dalla pizza a portafoglio Antica Pizzeria Port’Alba in via Port’Alba, 18, da Gennaro Salvo, in via Toledo 244, Pizzeria Fortuna, in via Mancini 8 e, in centro storico, in via dei Tribunali, sia la Pizzeria Decumani che la Pizzeria Di Matteo, lì solo pizza a portafoglio “margherita” e “marinara” oltre alla sua inimitabile frittatina di pasta! Poi andiamo di “Taralli napoletani”, quello con ‘nzogna (sugna) pepe e mandorle intere: da Leopoldo di famiglia Infante (via Foria 212 sede storica) poi in piazza degli Artisti 6/7, in via Chiaia 258/259, in via Scarlatti 82, in via dei Tribunali 49, in via Toledo 371); o alla Taralleria napoletana in via San Biagio Dei Librai 3. Ancora degustazione di “Cuoppo”: esistono tre tipi di “cuoppo”: quello di pesce (con alici e baccalà fritti, zeppoline di mare con alghe, anelli di calamari e moscardini impanati e fritti) quello di terra (con crocchè, arancini, zeppoline di pasta cresciuta, verdure in pastella e frittatine di pasta, fiori di zucca lisci o farciti con la ricotta, mozzarelline fritte) e il più recente, quello “dolce” (bocconi di pasta cresciuta e zeppoline, fritte e passate nello zucchero semolato). Cuoppi anche in via San Biagio Dei Librai, 23 dove gustare i “crocchè” con provola e speck, serviti nel famoso cono di carta; Friggitoria Vomero in piazza Fuga, al quartiere Vomero, gestita da Filomena, Patrizio e Antonio Acunzo: dalle zeppole ai panzarotti, dagli scagliuozzi agli arancini, dai fiori di zucca alle melanzane fritte. Il suo successo è legato alla croccantezza della frittura, leggera ed economica. E ancora, Friggitoria Fiorenzano, via Pignasecca, 48, paste cresciute, crocché, arancini, frittatine di pasta, pizze fritte e altro. Da provare: il “sigaro cilentano”, antica tradizione culinaria di Palinuro e il panino fritto. E ci sono anche ghiotte “dolcezze”! Babà, sfogliatelle (anche sfogliatelle al babà) e fiocchi di neve (soffice brioscina dal candido ripieno… e la “polacca aversana” (guscio sottile di pasta tipo brioche farcito con abbondante crema pasticcera e amarene sciroppate) tutto ciò alla Pasticceria Poppella in via Arena della Sanità! E per finire in gloria… una bella e buona limonata “a cosce aperte” nel chioschetto di piazza Trieste e Trento, ormai tappa fissa per i turisti di ogni parte d’Italia e del mondo!

Noi lo sapevamo già (da sempre!) ma sono i turisti che hanno deciso che il paese più bello del mondo… è l’Italia! Per gli impareggiabili tesori artistici, storici e architettonici, per i piccoli borghi e le cittadine quasi sconosciute, accanto a città assolutamente uniche (come quelle sopraccitate, solo perché le più visitate) per le splendide montagne, per il mare che non ha nulla da invidiare ai Caraibi e, inoltre… come si mangia qui!

     (Antonio Farnè inviato Tg2 Rai)