Tra san Silvestro e capodanno, superstizioni e rituali da seguire per attivare i migliori auspici, sono seguiti dai più. Non devono mancare: il bacio sotto al vischio, per la buona sorte della coppia; un indumento di colore rosso, che porta fortuna; il botto dello spumante stappato, per scacciare gli spiriti maligni; le fiamme dei fuochi d’artificio, per illuminare il nuovo anno, uscire di casa con dei soldi in tasca il primo di gennaio e le lenticchie che rappresentano sempre soldi.
E proprio a tavola, con i cibi, gustati nel cenone di san Silvestro, si perpetuano i riti della tradizione più diffusi che dissimulano spesso una complessa simbologia, nata con i popoli indoeuropei e che arriva fino al cristianesimo, passando per la cabala. Comunque tutto sta ad augurare buona sorte, abbondanza, salute, soldi e allegria!
Ogni piatto ha un significato e trasmette un messaggio: tra i più beneauguranti, le lenticchie, simbolo di ricchezza e prosperità fino dai tempi dei Romani, perché simili a monete, grazie alla caratteristica forma tonda e appiattita; secondo la credenza popolare garantiscono a chi le mangia la sera del 31 dicembre un anno di successi economici. Le più pregiate, per qualità e popolarità, sono quelle di Castelluccio di Norcia (PG) che hanno vissuto momenti di grande notorietà durante il terremoto del 2016 per aiutare la ricostruzione con la vendita. Poi ci sono quelle di Ustica (PA) molto più piccole, quasi microscopiche, al contrario di quelle giganti e verdi di Altamura (BA). Con le lenticchie, non possono mancare zampone e cotechino che vengono dalla tradizione nostrana, apprezzata da grandi e piccini. Le origini della ricetta risalgono all’anno 1511 quando a Mirandola (MO) sotto assedio delle truppe del Papa, il filosofo e umanista Pico della Mirandola, propose ai concittadini di macellare tutti i suini mettendone la carne all’interno della cotenna (del budello, o naturale o, oggi, artificiale) e delle zampe anteriori del maiale, con delle spezie, per far sì di conservare tutto il più a lungo possibile e, quindi, per resistere all’assedio. Tale strategia fu così vincente, che i mirandolesi, anche a ostilità terminate, continuarono a conservare il goloso impasto di carne di maiale e spezie, introducendo, appunto, zamponi e cotechini come piatti della loro tradizione culinaria.
Dunque il maiale – del quale “non si butta via nulla” – per storia, tradizione e superstizione è ancora protagonista della cucina, come simbolo di abbondanza e, sposato proprio con le lenticchie, oltretutto, apporta nutrienti utili alla salute: proteine nobili, vitamina B12, zinco, selenio, magnesio, sostanze che, in associazione ai grassi, danno il loro contributo importante a una sana alimentazione.
Tra le tredici pietanze del “cenone” sono inclusi i primi (specie il riso: il riso è da sempre considerato un portafortuna di più con la melagrana o cotto in acqua di mandorle) e secondi a scelta, a cui si aggiungono vari contorni (bietola, cavoli e prezzemolo fortunati e di stagione, perchè il loro colore verde ricorda quello dei dollari e è anche il colore della speranza e del rispetto per l’ambiente!) Anche ceci e fagioli portano fortuna, come il peperoncino, che difende dal malocchio (appeso nelle case e messo sotto il cuscino dell’amato/a, per scongiurare le infedeltà coniugali…). E ancora, pane e bevande e, non può mancare il vino. Infine, la frutta di stagione, quella secca (noci, nocciole, arachidi, uvetta, mandorle, fichi e datteri tutti simboli ben auguranti) e specie l’uva per abbondanza e allegria – la tradizione spagnola vuole che allo scoccare della mezzanotte si mangino almeno dodici acini, uno per ogni mese del nuovo anno – e i mandarini, che per il “Feng Shui” cinese, sono portafortuna per eccellenza, per la forma sferica che richiama l’infinito, dopo di che, i dolci, magari preparati a mano e panettoni, pandori, meglio se artigianali.
Al pranzo di Capodanno si consiglia di evitare granchi e aragoste perché camminano all’indietro e sono, perciò, simbolo di arresto al progresso e anche piatti a base di qualsiasi volatile, perché così la fortuna… potrebbe volare via!
Sempre per i più “credenti” pulire con una miscela di aceto, bicarbonato di sodio e limone le superfici come quelle della cucina perché con lo sporco, si allontana anche la sfortuna dagli ambienti della casa. Di buon auspicio anche buttare le cose rotte e vecchie, come i piatti sbeccati o la scopa consumata, poi, tenere a portata di mano corni rossi, ferri di cavallo, magari una coccinella, del bamboo, che porta prosperità, del sale, protezione, dei fiori, che sollevano l’umore, delle candele bianche, che portano buone vibrazioni e un’immagine religiosa, come simbolo di pace. Da non fare: dormire davanti allo specchio, non girare il pane, non aprire ombrelli in casa. Non regalare(non ricevere) oggetti capaci di pungere che sono sinonimo di disgrazia e dolore come spille, coltelli, forbici, poi evitare fazzoletti, scarpe, perle, portafogli (anche se con una moneta al suo interno) e salvadanai.
Allora, tanti auguri, ai convinti superstiziosi e agli scettici che “non ci credo, ma… perché no?” che, con le gambe sotto la tavola imbandita nella notte di San Silvestro, più che in ogni altra occasione, fanno godere gola e palato per garantirsi prosperità e buona sorte…
Allora, Buon Anno e Buone Feste a tutti!
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