Recanati offre romantici scorci, dal mare alle montagne e si erge sui famosi Colli dell’Infinito della Riviera del Conero. La città è famosa per aver dato i natali all’illustre poeta Giacomo Leopardi e al celeberrimo tenore Beniamino Gigli.
Le tracce del suo figlio più illustre sono disseminate un po’ ovunque: a Recanati tutto parla di lui, Giacomo Leopardi! Il percorso ha il suo punto di partenza dalla casa natale del poeta dell’800. Qui il tempo sembra essersi cristallizzato: la biblioteca con gli oltre 20 mila volumi, dove il giovane Giacomo si è formato, la sua camera da letto con la scrivania dove sono nate le sue opere più importanti, la galleria dei ritratti con i quadri citati ne “Le ricordanze”, un piccolo mondo che gira intorno alla figura immanente del poeta.
“Mi hanno colpito gli arredi rimasti intatti… – considera un turista in visita – Tutto è veramente ben curato”. “A me batte il cuore essere qui” – dice un’altra turista – “Sono stupita e mi sento felice a essere qui” – osserva un’altra visitatrice – “E’ suggestiva la cosa di vedere come è vissuto alla sua epoca – stavolta è un turista con evidente accento toscano a spiegare le sue impressioni –.
Antonio Farnè, inviato del Tg2 per l’occasione, interpella l’attuale padrona di casa, Olimpia Leopardi: “Cosa cerca il visitatore in queste stanze?” “Io credo che le persone vengano per vedere le cose, gli ambienti – gli risponde – per “sentire” gli spazi che hanno emozionato Giacomo…”. Poi da vedere, la casa di Silvia, musa del poeta, scomparsa prematuramente e, altra tappa obbligata il colle dell’Infinito… “La vista dall’orto del colle dell’Infinito ispirò l’ideazione dell’Idillio dell’Infinito scritto nel 1819 – afferma Alessandra Troilo del FAI (Fondo Ambiente Italiano) –.
Sospesa tra mare e entroterra, Recanati offre anche altro, al turista curioso: per esempio il museo dedicato a Beniamino Gigli, altro recanatese doc in un centro storico ricco di monumenti tutti da scoprire. Poi l’acuto finale con i tesori di Villa Colloredo Mels, incentrati sul polittico di san Domenico, capolavoro di Lorenzo Lotto. “I colori sono stupendi– assicura la responsabile di sala del museo – e ci sono dei particolari che il Lotto riprende in maniera fantastica!”
Ci vogliono almeno un paio di giorni per vistare quanto a Recanati non si può perdere: il museo di Villa Colloredo Mels, la Casa Leopardi di cui abbiamo già detto (biglietto 10 € per gli adulti, ridotto 8 € per i bambini tra i 6 e i 18 anni e scolaresche; è necessario esibire il Green Pass o l’esito negativo di un tampone eseguito nelle 48 ore precedenti alla visita) poi ci sono: la Torre del Borgo, la chiesa di Sant’Anna, la cattedrale di San Flaviano, il museo dell’Emigrazione Marchigiana, il Teatro Persiani e la Torre del Passero Solitario.
E dopo tanto vedere, ammirare, stupire e ovviamente camminare, salire e scendere, rifocillarsi diventa indispensabile… Ristoranti, osterie in centro o nel Borgo Antico, anche una Bottega (del villaggio…) e una Macelleria, dunque non mancano le occasioni per gustare le tipicità del territorio (consigliamo): entrée di formaggi e salumi tipici della tradizione regionale, rigorosamente con salumi da carni marchigiane IGP e lavorate attraverso ricette di famiglia: prosciutti, lonze, salsicce e salame lardellato, quello con le noci e anche ilprosciutto d’agnello; fra gli altri primeggia il “ciauscolo”, la cui peculiarità è data dalla sua consistenza spalmabile (ottimo quello dolce avvolto in foglia di fico). Tutto da gustare con la crescia (notevole interpretazione della piadina romagnola). Poi ci sono caciotte, caciocavalli e pecorini da degustare con confetture e/o mieli autoctoni. Dopo di che, si fa sul serio: tra i primi, i più golosi, i Vincisgrassi, alternativa molto amata alla classica lasagna (il nome perché una cuoca di Ancona lo preparò in onore di Alfred von Windisch-Graetz, generale austriaco che combatté e vinse l’assedio in città contro le truppe napoleoniche nel 1799).
I Vincisgrassi vogliono vini rossi strutturati marchigiani come il Rosso Piceno, o il Rosso Conero, ma anche una Vernaccia ferma di Serrapetrona, con i sentori tipici di pepe nero dà il meglio di sé con i Vincisgrassi. Altro tipico primo, la Minestra di ceci e maiale cui dar seguito agli involtini di maiale alla marchigiana. E ancora una minestre locale: la Piccisanti, che trae il suo nome dalla colla utilizzata per affiggere il calendario di Sant’Antonio… e gnocchi di patate al sugo di papera (tantissime le varianti) piatto tradizionale della Festa della Vittoria (prima domenica d’ottobre). Tra i primi, da assaggiare anche i cappelletti di carne in brodo, abbinati alla galantina di gallina, bagnati da un Rosso Piceno DOC e/o i Colli Maceratesi DOC, bianco e rosso.
E ora, i secondi: cappone lesso o coniglio (o anche pollo) in potacchio (anche alla cacciatora o in umido) rustico e gustoso, ideale per il pranzo della domenica: poco diffuso nei ristoranti, ma cucinato a casa con pochi passaggi: arricchito con gli aromi decisi dell’aglio e del rosmarino può essere servito “rosso” al pomodoro oppure quasi “bianco” a seconda dei gusti. Da abbinare a un vino rosso delle colline della provincia di Pesaro e Urbino: il Balòn di Bruscia, Vitivinicoltori in San Costanzo (PU) vino costituito per il 70% da uve Sangiovese e per il 30% da locali. Il termine Balòn indica, in dialetto, una zolla di terra di grandi dimensioni che si estrae durante l’aratura. Tra i vini da degustare, il Cabernet Sauvignon Upper Galilee: volume e morbidezza in bocca, tannini copiosi ben gestiti e retrolfatto fruttato con finale di spezie e inchiostro; accompagna piatti a base di carni importanti e con formaggi stagionati; da provare con maltagliati con pecorino, sublime con il petto d’anatra ai mirtilli, straordinario con il filetto di manzo alla griglia e con piatti “vegan” come linguine con ragù di lenticchie, ribollita e pasta e fagioli.
In riva all’Adriatico, immancabili i piatti a base di pesci e molluschi: una delle quattro ricette storiche (insieme a Fano, Ancona e San Benedetto del Tronto) è il brodetto di Porto Recanati, ricetta a base di pesce, tipico della cittadina marchigiana. Per il suo carattere fresco e inimitabile è consigliato abbinare al brodetto un classico Verdicchio delle Marche, in alternativa, un Pecorino Falerio per chi preferisce un vino più delicato, adatto alle cene estive. Per concludere in dolcezza a Recanati, in questo periodo, non mancano zeppole, castagnole, scroccafusi e sfrappe (dolci di Carnevale) e la ciambella dolce con la glassa tipica del periodo pasquale, da mandare giù con un vino liquoroso o un passito come il Vino e visciole Nuova vendemmia: i contadini marchigiani lo chiamavano “Sangue di Strega” e gli attribuivano proprietà afrodisiache. Da bere anche come vino da meditazione o come digestivo a fine pasto: colore rosso rubino con riflessi amaranto, olfatto gradevolmente intenso come di vino appena fatto. Profumi sensuali e persistenti di fiori e frutti rossi, fragola, lampone, piccoli frutti di bosco, sentori di pesca e pera matura; al gusto, notevole morbidezza, elevata persistenza senza perdere in freschezza; coinvolgente, di giusto corpo, buona sapidità e acidità, buona morbidezza ed equilibrio. E allora, prosit!
Recanati Turismo e Cultura
Via Leopardi Recanati MC
Aperto tutti i giorni dalle 10.00
alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00
Tel: 071 981471
(Antonio Farnè – inviato Tg2 Rai)
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