La Romagna non è solo mare e spiagge, ma anche natura, aria buona e possibilità di trascorrere le giornate in pieno relax, magari letteralmente immersi nel verde di una foresta secolare come quello del versante romagnolo delle Foreste Casentinesi – parco nazionale dal 1993 e dal 2017 patrimonio mondiale dell’Unesco – 36 mila ettari di natura incontaminata equamente divisa tra Romagna e Toscana a cavallo tra le province di Forlì Cesena, Arezzo e Firenze. Qui si avverte a ogni passo il respiro della natura tra flora e fauna, qui c’è di tutto: faggete e abetine e nelle quote più elevate, abete bianco e frassino maggiore, aceri, tiglio selvatico e olmo montano. Si possono trovare anche individui di tasso e agrifoglio, elementi rari e protetti in Emilia Romagna. Anche querceti nei boschi misti di latifoglie decidue; poi ci sono, il castagno, i carpini bianco e nero, l’acero opalo, arbusteti e cespuglietti, il mirtillo e il brugo, la ginestra dei carbonai, la felce aquilina, il prugnolo, il biancospino, la rosa selvatica, il ginepro comune, il pero selvatico e il sanguinello (monte Gabrendo).  E non mancano prati, pascoli e fiori… l’Anemone, la Sassifraga, la Genziana verna e la Viola di Eugenia, simbolo della flora italiana e caratteristica dei massicci appenninici dell’Italia centrale.

Per la fauna, manca solo l’orso, ci sono anche l’aquila reale, il lupo (una cinquantina di esemplari, suddivisi in 9 branchi) e la consistente presenza di ungulati: cinghiale, capriolo, daino e cervo oltre ad altre presenze accertate: volpe, lepre, talpa, europea e cieca, scoiattolo rosso, istrice e riccio.  E’ presente anche il gatto selvatico, un’assoluta novità per l’Appennino settentrionale.  Tra i volatili sono presenti ben 139 specie tra i presenti con regolarità e i nidificanti (tutte le varietà di Picchio comprese). Tra i rapaci diurni troviamo la già citata Aquila reale, il Gheppio e il Falco pellegrino, anche il pecchiaiolo, l’Astore, lo Sparviere e la Poiana.  Tra quelli notturni, oltre a Barbagianni, Civetta, Allocco e Gufo comune, troviamo anche il Gufo reale, purtroppo in drastico calo di presenze. In zona sono presenti anche Anfibi e Rettili: Salamandra pezzata, Salamandrina dagli occhiali, Geotritone italiano, diversi Tritoni, alpestre o montano, comune o punteggiato e crestato italiano; tra i rettili sono diffusi il Biacco, il Saettone, il Colubro liscio, la Biscia dal collare, la Vipera comune, la Lucertola muraiola e la campestre, il Ramarro occidentale e l’Orbettino.

La ricchezza faunistica maggiore delle Foreste Casentinesi è però quella più nascosta e sottovalutata relativa agli animali invertebrati, tra Carabidi, Cerambicidi e farfalle e falene. Occorre citare anche la popolazione del raro e protetto gambero di fiume, del granchio e l’eccezionale diversità di insetti xilofagi, come funghi e organismi coinvolti nei processi di degradazione e decomposizione del legno morto e necromassa al suolo, elementi fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi forestali.

Oltre a tale grande “ricchezza”, in questa estate torrida, qui si può trovare quel fresco che da altre parti manca e sono molti i turisti che si arrampicano fin quassù, proprio per questo motivo e che si dedicano alle tante possibilità escursionistiche possibili, a piedi o in mountain bike per i tantissimi sentieri che si possono percorrere per sfuggire alla calura che torna a soffocare città e pianure… magari per arrivare a qualche insediamento monastico come  l’eremo di Camaldoli (fondato nel 1012 da San Romualdo, che si ritirò in questo luogo circondato da foreste e nei pressi del quale c’è il delizioso laghetto artificiale Traversari di Camaldoli). Altro complesso monastico è quello di San Francesco d’Assisi a La Verna del 1213.

Perfino tracce indelebili di storia in questa foresta, citata da Dante nella Divina commedia e vista da famosi visitatori del passato come Ludovico Ariosto e San Francesco d’Assisi. Oggi è una delle aree naturalistiche meglio conservate d’Italia: “E’ un’area coperta al 90% da foreste – spiega Marco Menicucci, tenente colonnello dei Carabinieri Forestali – e quindi, di per sé, si conserva grazie a questa copertura forestale. Poi ci sono tanti ambienti ricchi di acqua e quindi di nicchie ecologiche adatte alla vegetazione e anche alla fauna, dunque, tante le biodiversità”.

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Antonio Farnè inviato Tg2 Rai