Fino a domani nei padiglioni fieristici bolognesi, seconda edizione di Slow Wine Fair, la kermesse dedicata ai vini biologici, pensata voluta e realizzata da “Sana” e “Bologna Fiere”, tutta orchestrata da Slow Food.

Pienone delle grandi occasioni già dal primo giorno, nei padiglioni 15 e 20, con gli stand presi d’assalto da estimatori, intenditori, esperti e pure abituali bevitori di vino che hanno visitato le 760 aziende presenti, le 65 cantine coinvolte che hanno presentato 3000 etichette riconducibili a 21 Paesi, dall’Argentina alla Cina. Tutti produttori di vino creato con metodi sostenibili e alternativi, tutti provenienti da uve biologiche al 100%, coltivate senza l’utilizzo di agenti chimici di sintesi in vigna (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) ma usando solo fertilizzanti organici e preparazioni naturali (decotti e macerati di erbe appropriate, alghe e minerali polverizzati) e senza l’uso di Organismi Geneticamente Modificati.  Ammessi solo trattamenti a base di rame e zolfo e vinificazione in cantina che avviene grazie all’utilizzo di prodotti enologici certificati biologici e con un quantitativo molto limitato di solfiti. Tutto in nome dell’agricoltura biologica, sostenibile dal punto di vista ambientale, perché mantiene la biodiversità, non fa uso di “input chimici” e no OGM in tutta la filiera, perché mantiene e aumenta la fertilità dei suoli, riduce l’inquinamento e ha cura del benessere animale. Poi i prodotti biologici hanno maggiore quantità di vitamina “C”, antiossidanti e minerali, calcio, ferro, cromo e magnesio e in definitiva, hanno anche più gusto.

Dunque fino a martedì 28 febbraio, full immersion di vini per tutti i gusti e generi che quest’anno propone pure i così detti “amari” (anche bitter) che sono molto simili ai liquori perché prodotti tramite macerazione e/o infusione di erbe, ma che non hanno proprietà dolci, proprio per l’utilizzo di una minore percentuale di zucchero.  Ideali come aperitivi, quando sono utilizzate droghe vegetali, oppure come digestivi e ammazzacaffè, se la quantità di alcool presente all’interno è rilevante.  Gli amari sono gli “spirits” prodotti con erbe e aromi locali più diffusi in Italia e in ogni regione se ne trovano di diverse varianti a seconda delle varie tradizioni, per essere consumati come digestivi o per equilibrare il gusto di un drink/cocktail.

La manifestazione è l’espressione della nostra “Slow Wine Coalition” che è la coalizione internazionale per il vino buono, pulito e giusto. – è Barbare Nappini presidente Slow Wine che parla incalzata dai giornalisti” – “Noi da decenni parliamo di cibo di qualità a 360°. Per noi, il cibo di qualità e il vino di qualità, devono  avere tre caratteristiche: essere un’esperienza gradevole, quindi afferire all’ambito del piacere, essere “pulito” cioè sostenibile nella fase produttiva per l’ambiente e poi essere “giusto”, infine nessuno deve essere sfruttato. Per il vino, esattamente, la stessa cosa: la Slow Wine Coalition raggruppa un buon numero di produttori di vino che si sono incamminati su un percorso per andare verso questo tipo di produzione.

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