La manifestazione, ideata da Slow Food e organizzata da BolognaFiere, ospita il primo incontro internazionale della Slow Wine Coalition, una rete internazionale, inclusiva e collaborativa che unisce i protagonisti del mondo del vino: vignaioli, appassionati e professionisti della filiera. Si tratta di un’occasione di confronto e dibattito tra tutti gli attori della rete, nel solco della quasi ventennale esperienza di “Terra Madre”. Se vogliamo dare una definizione semplice e immediata della Slow Wine Fair, potremmo dire che si tratta della prima Terra Madre del vino. Questo significa che, durante i tre giorni della Slow Wine Fair, a BolognaFiere si riuniscono centinaia di produttori provenienti dall’Italia e da tutto il mondo. Essi si confrontano in conferenze e dibattiti, e si ritrovano per elaborare paper importanti sul futuro del vino e della viticoltura. Ma la Slow Wine Fair non è solo per i vignaioli e i vigneron. Gli appassionati e gli operatori possono infatti fruire di un ricco programma di Masterclass; possono inoltre scegliere tra le migliaia di etichette provenienti da ogni parte del globo selezionate da Slow Food. Quest’ultima parte sarà impreziosita dalla partecipazione di Federbio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica. La manifestazione è aperta solo nella giornata di domenica agli appassionati, mentre le giornate di domenica, lunedì e martedì sono dedicate ai professionisti. Gli appassionati interessati a partecipare alle Masterclass del lunedì e del martedì, tuttavia, potranno accedervi.
Attraverso la produzione e il consumo di un certo tipo di vino ci poniamo l’obiettivo di incidere nel futuro della viticoltura che è ancora troppo legata all’uso della chimica e ha stravolto la biodiversità dei terroir di maggior successo imponendo la monocultura. Da qualche anno, però, le avanguardie più illuminate dei vigneron hanno capito che si deve cambiare rotta. Slow Food si è posta l’obiettivo di puntare alla costruzione di un sistema che fa del vino un potente strumento di riscatto culturale delle campagne. In questo sistema, i vignaioli sono sia custodi del territorio sia promotori di un sistema che unisce architettura, biodiversità e giustizia sociale. Solo così il patto comunitario tra appassionati, vignaioli e soggetti legati alla filiera enologica può avere un ruolo di crescita sociale e culturale.
SECONDO QUESTA LOGICA, IL VINO BUONO, PULITO E GIUSTO VIENE VISTO COME UN QUALCOSA CHE VA OLTRE IL BICCHIERE. CHE INCLUDE AMBITI DI IMPORTANZA STRATEGICA PER IL FUTURO DI NOI TUTTI.
Lunedì 28 marzo–martedì 29 marzo – BolognaFiere, Padiglione 20. La Slow Wine Fair dedica due giornate a tutti i professionisti del settore: ristoratori, enotecari, importatori, distributori, cuochi, sommelier, che possono trovare nei padiglioni fieristici una selezione delle migliori cantine italiane e internazionali, selezionate da Slow Food e accomunate dall’applicare metodi produttivi virtuosi in vigna e in cantina. Possono inoltre partecipare alle diverse Masterclass in programma.
TRE TAPPE IN BORGOGNA
Dai Premier Cru di Mersault – con un assaggio dei terroir più vocati, “tradotti” dai migliori vigneron della zona – a quelli di Nuits-Saint-Georges, ossia il regno del Pinot Nero che potete esplorare attraverso un percorso degustativo di sette vini proposti in diverse annate. Infine a Morey-Saint-Denis, la denominazione più caleidoscopica della Côte de Nuits per scoprire alcuni Pinot Nero dalla gamma aromatica e gustativa davvero straordinaria.
DA BORDEAUX ALLA CHAMPAGNE
Tra i terroir di Bordeaux intraprendiamo un percorso tra i Deuxieme Cru, i primi vini di quegli châteaux che hanno quasi toccato il vertice di una classificazione che non può essere rivista, e scopriamo i differenti accenti che i terroir di Bordeaux imprimono nei rispettivi vini. Nella Champagne, invece, esploriamo il vertice della produzione dell’area, con le Cuvée de Prestige, ricavate dalle migliori uve di ogni singola azienda e da un lungo, alle volte lunghissimo, riposo sui lieviti prima della sboccatura. In questa masterclass si alternano sorsi agili ma ugualmente stratificati, ad assaggi vinosi, potenti e profondi. Un evento imperdibile, realizzato in esclusiva per 100 partecipanti.
IN GERMANIA, TRA MOSELLA, RENO E FRANCONIA
Cambiamo territorio e, in Germania, scopriamo i GG ossia i Grosses Gewächs, assaggiando una serie di Riesling da parcelle classificate GG, presenti su alcuni dei migliori terroir, come Mosella, Reno, Pfalz, Nahe, Rheinhessen e Franconia. Un percorso ricco di vini dalle diverse inflessioni che il vitigno prende in virtù dei diversi territori, a loro volta incrociati con altrettanti stili di vinificazione.
LAST BUT NOT LEAST…
Last but not least, tre masterclass Domenica 27 marzo vi fanno compiere un viaggio in terroir e vitigni italiani estremamente noti e nuovi mondi vinicoli internazionali, dall’America Latina alla Cina. Armatevi di valigie, dunque, e partite con noi in questo viaggio.

Nell’ambito del Sana Slow Wine Fair, dopo due anni difficilissimi, si sono ritrovati a Bologna 100 membri dell’Alleanza Slow Food, obiettivo dell’appuntamento è capire insieme come creare comunità resilienti intorno ai cuochi, in grado di rispondere con una strategia condivisa ai principali problemi che stanno vivendo oggi la ristorazione e la filiera di qualità da cui si riforniscono. E proprio l’Alleanza Slow Food dei cuochi, che conta – in tutta Italia – circa 470 aderenti, può rappresentare una risposta. «Quello che distingue il nostro modello di ristorazione è l’approccio umano e relazionale. È la capacità di aiutarsi l’un l’altro, di creare forme di supporto reciproco che si adattano alle esigenze, ai territori. Il cuoco dell’Alleanza non si rivolge a chi è di passaggio, ma stabilisce un dialogo con le persone, che arrivano anche da molto lontano per vivere un’esperienza, conoscere e imparare» sottolinea Giacomo Miola, vice presidente di Slow Food Italia.
Uno degli obiettivi dell’incontro è affrontare e discutere con i cuochi della rete il grande tema della carne, invitandoli a privilegiare carni di migliore qualità, a ridurre i consumi, scegliere allevamenti che lavorano gli animali con rispetto. «Si tratta di un percorso che vogliamo fare insieme ai cuochi della nostra rete, perché siamo convinti che con le loro scelte possano testimoniare che ridurre i consumi di carne senza perdere in qualità e piacere del gusto è possibile. Gli animali che vivono bene sono quelli che possono stare all’aperto, che hanno accesso al pascolo, che sono nutriti con foraggi freschi e fieni composti di più essenze, con cereali e leguminose che non provengono dall’altra parte del mondo. Acquistare la carne di chi alleva in modo naturale significa sostenere un’agricoltura e una zootecnia di qualità, in equilibrio con il contesto territoriale» ricorda Raffaella Ponzio, responsabile biodiversità di Slow Food.
Informazioni, comunicazione
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Prenotazioni e informazioni sulla biglietteria online
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Relazioni con gli espositori
info@slowinefair.it
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