Cinquecento anni di storia da festeggiare organizzando l’evento nei prossimi cinque anni. E’ il programma di “Marche, terra dei Cappuccini” che, da quest’anno al 2028, in vari luoghi della regione (l’unica al “plurale” tra le italiane) celebrerà la fondazione dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, avvenuta il 3 luglio 1528 certificata con bolla papale “Religionis zelus”.

Il cammino dei Cappuccini oggi arriva là – nelle Marche – dove, tutto ebbe inizio. In questo monastero, già ospedale per peregrini che nel medioevo percorrevano la via Lauretana per portarsi a Loreto, prese vita il primo convento dell’Ordine dei Cappuccini, i cui frati, dal piccolo Ducato di Camerino, hanno raggiunto il mondo, per portare Vangelo e aiuto: oggi sono più di 10 mila confratelli sparsi nei 5 continenti, in ben 110 nazioni.

Una storia voluta dal frate francescano Matteo da Bascio e iniziata a Camerino dove, predicando la Parola di Dio ai poveri, nell’osservanza più letterale possibile della “Regola di san Francesco“, visse come un eremita. Dal Convento di Camerino, dal primo al 3 luglio prossimo, prenderà il via il progetto celebrativo quinquennale che attraverserà i luoghi simbolo dell’ordine nelle Marche. Si partirà con la “Festa della Scintilla”, titolo preso a prestito dal romanzo “Lo spirito dei Cappuccini” scritto da fra’ Sergio Lorenzini (ministro provinciale dei frati minori Cappuccini delle Marche, padre superiore che guida la comunità dei frati di Camerino). La “scintilla” richiama la preziosa energia che, tuttora, si legge nelle memorie architettoniche e urbanistiche (anche quelle ancora rimaste danneggiate dal terremoto dell’ottobre del 2022).

Le celebrazioni (con visite guidate, spettacoli, passeggiate tra archivi, biblioteche e natura) si svolgeranno a Sarnano dal 25 al 27 agosto e a Cingoli, il 14 e 15 ottobre, alla scoperta dei tesori spirituali, culturali, artistici che hanno fatto dei Cappuccini, uno dei più popolari e diffusi ordini religiosi al mondo. Con i frati, la collaborazione di Regione Marche, dei quattro atenei marchigiani (Università Politecnica delle Marche, quelle di Camerino, di Macerata e la “Carlo Bo” di Urbino) delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e della Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche. Proprio nelle Marche la storia si riverbera nelle memorie architettoniche e urbanistiche, nelle testimonianze artistiche e culturali, nei fondi librari e negli archivi custoditi nelle 15 città dove i Frati Minori Cappuccini sono presenti, con tracce in altri 33 Comuni marchigiani.

A differenza dei monaci, spesso uomini stanchi della violenza e del male del loro tempo, che  cercavano conforto nella fede abbracciando uno stile di vita ascetico e solitario, dedicandosi alla preghiera e alla vita contemplativa e che essenzialmente vivevano in solitudine più o meno ristretta (come trappisti e certosini) invece, i frati francescani  (come pure i domenicani) fin dalle origini dedicarono la propria esistenza all’imitazione di quella di Gesù, vivendo in povertà, castità e ubbidienza, abitando in comunità.

I monaci contano 10 ordini, cioè: Benedettini, Camaldolesi con 3 congregazioni; Vallombrosani, Silvestrini, Olivetani, Benedettini Armeni o Mechitaristi con 2 congregazioni, Cisterciensi con 4 congregazioni, Certosini, Antoniani con 4 congregazioni e Basiliani con 5 congregazioni.  L’Ordine francescano, invece, si suddivide in frati minori, clarisse e laici (quest’ultimi detti terziari francescani).

Ma chi sono i frati Cappuccini?
Quella dei frati minori Cappuccini è la terza grande famiglia di frati francescani sorta sul tronco robusto dei frati minori osservanti nel 1525, appena nove anni dopo che quelli avevano ottenuto la piena e totale indipendenza dal ramo originale. La vita dei Cappuccini unisce l’azione al ritmo quotidiano che alterna sapientemente il tempo tra la contemplazione e l’impegno apostolico e soprattutto il predicare nel mondo la Parola di Dio. Così tutta la loro vita è compenetrata da spirito apostolico e tutta l’azione è plasmata dallo spirito di preghiera. Il responsabile dei Cappuccini è stato pure membro della Commissione preparatoria per il Capitolo generale del 2018, che ha eletto Ministro al primo scrutinio, fra’ Roberto Genuin, nella votazione del 3 settembre 2018 (durante l’85° Capitolo Generale a Roma).

Gli Ordini mendicanti (che comprendono domenicani, francescani e in seguito carmelitani e agostiniani) furono così definiti perché si facevano portavoce di un ideale di povertà che li spingeva a trarre l’unico sostentamento dalle offerte dei fedeli, anziché dalle rendite di fondi o da proprietà e si dedicavano essenzialmente ai più poveri della società e agli emarginati. I francescani, infatti, si chiamarono anche “frati minori” in segno di umiltà, perché a quel tempo i “minori” erano proprio i più poveri e vivevano – come oggi – esclusivamente di elemosine e di offerte raccolte tramite la questua, in un clima di fratellanza e comunione, tra loro e le persone che aiutano. Oggi quello dei frati Cappuccini è uno tra i più grandi Ordini religiosi al mondo.

Il cammino per diventare frate francescano, comincia nel momento in cui un giovane sente la vocazione, o almeno il desiderio di consacrarsi al Signore e nel seguirLo. Importante è la buona conoscenza personale con un bravo frate francescano, con cui avviare un dialogo sincero e aperto, presentandogli desideri, sogni, dubbi e timori. Spesso, insieme ad altri che hanno le stesse motivazioni, il giovane inizia il cammino di discernimento.  Fondamentale a questo punto è vivere in una comunità francescana o in luoghi dove i frati operano e si spendono (parrocchie, santuari, missioni, con i poveri…) facendo esperienza e iniziando a conoscere più da vicino la realtà monacale. Il postulato è la seconda grande tappa nel cammino vocazionale e, il giovane, entra in convento pur essendo ancora laico e sperimenta concretamente la vita quotidiana dei religiosi, continuando verso la tappa successiva, che sarà il noviziato.  Questa è l’occasione in cui, con una cerimonia religiosa molto semplice, il giovane indossa i panni della prova, come li chiamava san Francesco nella sua Regola (due tonache e il cingolo di lana bianco, con i tre nodi che ricordano i voti di obbedienza, povertà e castità). Il noviziato dura un anno e si svolge ad Assisi presso la Basilica e la Tomba di san Francesco, cuore del francescanesimo e casa madre di tutti i frati. Dal giorno della vestizione a quello della professione temporanea dei voti, il giovane vive da “frate tra i frati” e muove i primi passi alla sequela di Gesù e di san Francesco. Ora, dopo aver studiato la Regola, il Testamento di Francesco, le Costituzioni e i testi normativi, compie la prima importante scelta: donare la propria vita al Signore, sull’esempio di san Francesco… Al termine dell’anno di noviziato, dopo aver compiuto le varie tappe del discernimento e, dopo l’approvazione del Maestro e del Ministro provinciale, il novizio potrà emettere la professione temporanea dei voti, cioè l’impegno ad abbracciare la vita francescana in toto. Al novizio – ora frate – si apre un ulteriore tempo, il post-noviziato, caratterizzato perlopiù dallo studio della teologia (affrontando il baccalaureato in teologia) e dai primi servizi pastorali, per continuare il discernimento iniziato e confermare definitivamente il percorso intrapreso.

A completare l’“outfit” del frate francescano novizio dei nostri tempi, ci sono i sandali, che un tempo erano realizzati a mano con ogni materiale di fortuna che si riusciva a recuperare: hanno semplici suole di cuoio allacciate ai piedi con strisce di pelle (san Francesco preferiva camminare scalzo…) ma ci sono anche quelli realizzati a mano dai monaci dell’Atelier de l’Etoile, nel monastero di Betlemme (Francia) di grande pregio e altissima qualità, un prodotto artigianale al 100%.

Sempre per i novizi, poi, era prevista la tonsura, cioè la bizzarra pratica di radersi il capo lasciando solo una frangia a fare da corona. La tonsura ecclesiastica consiste essenzialmente nel taglio di cinque ciocche di capelli (eseguito con le forbici dal vescovo o da un suo delegato) come simbolica forma di rinuncia al mondo e come segno di distinzione tra chierici e laici (la forma che i capelli assumono è detta chierica). A completamento dell’“immagine” i frati riformati adottarono il cappuccio a punta, tipico degli eremiti camaldolesi e l’uso di portare la barba lunga. Il nome “cappuccino” deriva proprio da questo e… per analogia etimologica, la nota bevanda – il caffè con la schiuma di latte – pare sia stato inventata nel 1683 a Vienna, da Marco d’Aviano, appunto un frate cappuccino….

«Pax et bonum»

Programma della Festa della Scintilla

Sabato 1 luglio alle 17.30, lo spettacolo “Il dono di Caterina”, piccola rievocazione storica sulla nascita dei Cappuccini, alle 20, cena rinascimentale e alle 21, spettacolo di Frate mago e serata musicale con “Clara People”.

Domenica 2 luglio alle 7.30 e alle 10.30 Santa Messa in convento; alle ore 9, camminata intorno al convento alla scoperta della vegetazione locale e Santa Messa all’aperto (scelta tra i percorsi lunghi 2 km e 8 km); alle 13, Pranzo a buffet con la cucina del convento; alle ore 17, incontro di Fra Fabio Furiasse, direttore dell’archivio storico dei Cappuccini delle Marche su “I Cappuccini: chi sono?”; alle 19.30, cena con ricettario dei Cappuccini e serata musicale con “Familja Iljazi”.

Lunedì 3 luglio alle 9.30, i giochi di una volta per piccoli e nonni; alle 12.30, primo offerto dai Frati; alle 16, due eventi: per i sportivi “Pedalando sui luoghi della scintilla cappuccina”, ciclo pellegrinaggio (22km) possibile noleggiare le bici; per i curiosi: “Caccia al tesoro cappuccina”; alle 19 merenda-cena e alle 21.15, Messa sotto le stelle.

Salvo per le messe, la prenotazione per tutti gli eventi è obbligatoria.
Pranzi e cene al 0731632534 o 3458855294 (Pro Loco); Cammino 3474249522 (Giorgio) o 32926099 (Giulio) o ancora 3288604207 (Ermanno); per il Ciclo pellegrinaggio 3388384624 (Gianni); i giochi del lunedì 3492801142 (Maria) e 3392801237 (don Marco).

Evento nell’evento

Nell’ambito dei festeggiamenti per i cinque secoli dei Cappuccini, un momento della festa sarà tutto per padre Mario Pigini, lo storico del convento di Camerino, che nel 2028 taglierà il traguardo del secolo di vita – un quinto degli anni del Convento! – di cui oltre 70 anni dedicati alla vita clericale! Padre Mario sa tutto del convento, dal museo alla chiesa, dalla biblioteca ai giardini e tra le sue esperienze, può annoverare diversi incontri con Padre Pio da Pietrelcina, oggi san Pio, cappuccino pure lui!

Iniziativa per i pellegrini

Per ripercorre l’avventurosa storia che ha segnato la nascita della riforma francescana, 500 anni fa, basta attraversare a piedi, in bicicletta, a cavallo… la dorsale interna delle Marche in 17 tappe, per quasi 400 km (da Fossombrone ad Ascoli Piceno) tra incantevoli, montagne, boschi ricchi di vita, dolci colline, laghi (e, sullo sfondo, c’è anche il mare!). Il cammino è pensato per essere percorso in un’unica direzione – da nord a sud – perché segue la narrazione della storia dei Cappuccini, come raccontata nel romanzo “Lo spirito dei Cappuccini” da fra’ Sergio Lorenzini.

Il percorso effettuato sarà garantito dalla credenziale che è il passaporto ufficiale del pellegrino e attesta il Cammino dei Cappuccini che si sta compiendo. Serve anche per accedere a tutte le strutture recettive e di ristoro che riservano dei prezzi agevolati ai pellegrini. Ad ogni tappa, nella credenziale vanno apposti i relativi timbri quotidiani e, al termine del pellegrinaggio, consentono il rilascio del Testimonium, la pergamena che certifica il compimento del viaggio.

Per effettuare una donazione a: Provincia Picena (Marche) dei Frati Minori Cappuccini
IBAN: IT29 R030 6909 6061 0000 0077 964

Per ricevere la credenziale compilare il form:
https://www.camminodeicappuccini.it/materiale-utile/la-credenziale/

Convento dei Frati Minori Cappuccini
Viale San Gregorio, 5 Loc. Renacavata
Camerino MC
Tel.: 0737 644480 – 338 92.89.046
www.cappuccinimarche.org

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