E’ stato il “re “ a pieno titolo – “re del Pignoletto” – e da quel titolo non sarà mai spodestato… gli rimarrà legato sempre perché gli era dovuto, insieme ai “Tre bicchieri” (che il Gambero Rosso ha assegnato al suo Pignoletto superiore DOCG 2021) e ai mandati tante volte rinnovati da consigliere e vice presidente del “Consorzio dei Vini Colli Bolognesi” (organismo di tutela e promozione dei vini DOC e DOCG delle colline bolognesi e la valorizzazione di tutto il territorio) di cui fa parte la sua Cantina Bagazzana, come anche altri attestati di appartenenza a Confraternite e Associazioni sociali (come Lions club Bologna valli Lavino e Samoggia) sempre conquistati con la sua esperienza, professionalità e le molte competenze acquisite nel mondo enologico e gastronomico, di cui ha fatto parte sempre da protagonista per oltre 70 anni.

Nato “montesino” (93 anni fa) sull’Appennino Modenese, ma bolognese d’adozione dai tempi del liceo classico a quando si laureò in medicina veterinaria, diventando mitico proprio come il veterinario dell’Amaro Montenegro (quello del “sapore vero” e pure bolognese…) fino alla successiva fondazione della sua “Cantina” sulle colline di Zola Predosa e dell’attiguo agriturismo “Borgo delle Vigne”.

Negli anni ’60 il “dottor” Carlo Gaggioli, veterinario, sulle colline Zolesi, si dedica con passione anche all’allevamento delle vigne, forte della convinzione che quella terra (argillosa  e calcarea) se ben lavorata, possa dare ancora buone uve per ottimi vini, perpetuando l’antica tradizione avviata dai monaci benedettini dell’Abazia di Nonantola (MO) che già nel 1250, trasportavano uva e vino, da quelle colline fino a Bologna, attraverso proprio la “Strada del vino”, costruita dai “brentantori” (dalle gerle di legno dette appunto “brente”).

Negli anni ’70, Carlo Gaggioli si occupa della produzione vitivinicola passo passo: dalla cura dei tralci, alla potatura, fino alla vendemmia e alle bottiglie che dalla cantina partono per i mercati… Negli anni ‘80 inizia a vendere vino sfuso e in damigiane e nei successivi anni ’90 quando la Colli Bolognesi da DOC diventa DOCG, arriva a imbottigliare in proprio.
A inizio XXI secolo, diventa una delle più importanti realtà enologiche del Consorzio dei Vini Colli Bolognesi: vende 130 mila bottiglie l’anno e si colloca ai vertici delle imprese del settore più conosciute e importanti. Il suo successo più grande, è il “vino bianco tipico bolognese”, il Pignoletto superiore DOCG (o Grechetto Gentile, nelle versioni, fermo, frizzante e pure spumante): vino beverino piacevole, da bere fresco, in calici aperti a luce ampia, perfetto per aperitivi e antipasti e che, per Carlo Gaggioli, è proprio l’ideale da abbinare ai tortellini! L’azienda produce anche Barbera e vini non autoctoni come Merlot DOC e Cabernet Sauvignon DOC, blend (Bianco Bologna DOC, Rosso Bologna DOC) e rosato Letizia Spumante Brut, conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero.

Naturalmente l’azienda di Carlo Gaggioli, che nel 2020 ha celebrato il traguardo delle sue “prime cinquanta vendemmie” (!) ha sempre seguito il percorso delle produzioni di cui si è occupata nel pieno rispetto delle tradizioni e della salvaguardia dell’ambiente. I suoi più recenti progetti vedevano promuovere il rosso bolognese battezzato Benessum (Rosso Bologna Riserva DOC Colli Bolognesi da uve 50% Cabernet Sauvignon, 50% Merlot e Syrah) e con un bicchiere di questo “rosso” ci piace brindare a un vero “grande” delle nostre terre, che già  ora, ci manca!

L’editore Gianluigi Veronesi, il direttore Gianfranco Leonardi e la Redazione tutta del network Degusta, affranti, esprimono il più sentito cordoglio, porgendo affettuose condoglianze alla Famiglia – al fratello Erminio, ai figli Letizia e Pierluca, alla nipote Lorenza -. Per tutti oggi l’impegno è di portare avanti idee e progetti che possano ricordare sempre il grande “dottor Carlo Gaggioli”, ogni volta alzando i calici in suo onore.