Duino Aurisina (Devin Nabrežina, in lingua slovena) è la Città Italiana del Vino 2022.
Lo ha deciso la commissione incaricata di giudicare i dossier di candidatura pervenuti alla segreteria dell’Associazione entro la data del 30 settembre scorso tra i Comuni partecipanti di Duino Aurisina (TS) Menfi (AG) e Ziano Piacentino (PC).
Il presidente Angelo Radica, punta sul coinvolgimento dei comuni in modo sinergico, per fare rete alle iniziative a sostegno della viticoltura di qualità dei vari comuni italiani associati. Aderiscono all’iniziativa quasi 500 associati coordinatori regionali, punto di riferimento per tutti i sindaci. Pantelleria è al centro del dibattito su iniziativa del sindaco Vincenzo Campo. Nel 2023 Menfi, in Sicilia, prende il testimone di città italiana simbolo del vino. L’enoturismo è al centro dell’agenda.
Giampietro Comolli (giornalista, enologo, accademico della vite e del vino, degustatore per guide e esperto di consorzi di tutela Doc-Dop) ha sollecitato una azione politica dell’Associazione per riportare le amministrazioni comunali nell’ambito decisionale delle regioni per i riconoscimenti Doc-Dop alla luce della transizione ambientale, riuso e produzioni, di polizia rurale, per l’uso e il non spreco del suolo, la prevenzione calamità naturali e gli abusi di ogni genere, nelle zone vitate.
Due giorni al Pavilion di Portopiccolo di Sistiana (TS) per la Convention d’Autunno 2022 dell’Associazione nazionale Città del Vino che segna anche il passaggio del testimone di “città annuale 2023 del vino” da Duino Aurisina e Menfi. Portopiccolo è un elegante connubio tra moderno e tradizionale, è luogo tecnologicamente all’avanguardia, in perfetta sintonia con gli ambienti circostanti, sito tra le Falesie della splendida riserva naturale di Duino, luogo in simbiosi con la natura e dotato di zone accessibili a chiunque (strade senza scale, comodi parcheggi e ascensori verticali e orizzontali) con un’ampia varietà di bar e ristoranti e affascinanti panorami sul mare. A Portopiccolo, per gli ospiti, è garantita la massima tranquillità, tante attenzioni e cura, per un loro soggiorno indimenticabile.
Saluti di benvenuto e apertura dei due incontri culturali da parte di Igor Gabrovec, sindaco di Duino Aurisina – Devin Nabrežina. La prima giornata ha riguardato la presentazione di uno studio sul regolamento intercomunale di Polizia rurale dell’Università degli studi di Udine per definire le buone pratiche sostenibili all’interno dell’iniziativa Vite FVG 2030. Tiziano Venturini (coordinatore FVG) ha presentato lo studio e sottolineato l’obbligo della corale partecipazione di tutti gli attori; Luca Iseppi (docente a Udine) ha presentato il piano di lavoro e gli obiettivi scientifici. Presenti Stefano Zannier(assessore regionale all’agricoltura) Roberto Marcolin del consorzio doc FVG e presidente della doc Friuli Aquileia.
E’ seguito il convegno “Innovare in vigna”, incentrato sulle buone pratiche fra cambiamenti climatici, stress viticoli per carenza d’acqua, macchinari innovativi, vita ed età della vite e risposte certe alla necessità di eliminazione degli agro-fitofarmaci in vigna mantenendo alta la stessa qualità dei vini. Tra i partecipanti, i docenti Francesco Marangon, Paolo Sivilotti, Sandro Sillani dell’Università di Udine, oltre ai tecnici Giovanni Bigot, Demis Ermacora e Diletta Covre. Coinvolti tutti e 32 i comuni del Friuli Venezia Giulia associati alla Città del Vino.
L’assemblea ha significato il passaggio di testimone dalla città del vino di Duino Aurisina a Menfi, molto partecipata e ricca di spunti. Ampia la relazione del presidente Angelo Radica sulle attività di un anno in piena ripresa. Ha elogiato i comitati e coordinatori regionali, in primis quello del Friuli Venezia Giulia, il grande lavoro di chiarezza svolto dal predecessore Floriano Zambon e ha evidenziato l’importanza di aumentare le adesioni di comuni per fare sistema e avere peso, l’impegno fondamentale delle figure degli ambasciatori per portare progetti, i diversi incontri europei e nazionali con altre associazioni e enti pubblici del settore.
Significativi gli interventi del sindaco di Bosa e di Pantelleria improntati sull’importanza della identità territoriale e difesa della denominazione. In particolare Vincenzo Campo, sindaco di Pantelleria, ha illustrato e denunciato come il termine “Zibibbo” sia stato spolpato della sua identità, storia, cultura, origine, inserendo la “menzione speciale e distintiva” nella Doc Sicilia, insieme a altri vini di qualità, ma nulla a che fare con l’identità di un vino che nasce da millenni sulle rocce vulcaniche e ossidane. Il sindaco Campo ha lanciato un appello all’associazione Città del Vino perché sostenga il territorio pantesco e la difesa della Doc Zibibbo e Pantelleria, nota e apprezzata in tutto il mondo. Con l’estensione a tutta l’isola grande siciliana, tramite il disciplinare della Doc Sicilia, dell’utilizzo del vitigno Zibibbo, si andrà a svalutare la produzione isolana che rischia di diventare marginale, mettendo a rischio la viticoltura pantesca, tutelata dall’UNESCO, l’occupazione generale e l’economia delle cantine, quasi tutte a conduzione familiare con il rischio di abbandono dei giovani agricoltori.
Giampietro Comolli – in qualità di esperto di costituzione e leggi sui consorzi di tutela – portando i saluti all’assemblea del presidente e Cda del Cervim e del presidente onorario Mario Fregoni dell’OIV, sollecitato ad intervenire, ha proposto che una priorità del 2023 dell’associazione sia di riportare la figura del sindaco al tavolo decisionale e costituito delle DO-IG, non per motivi politici, ma perché i “cambiamenti e modelli” in atto, richiedono la voce del responsabile della gestione del territorio in senso lato, cioè, una presenza vincolante nelle Regioni e Province, su difesa del suolo, ambiente, no spreco, no abusi. Comolli ha portato l’esempio dell’associazione Altamarca Trevigiana, quando dal 2004 al 2014 la sinergia fra 35 sindaci-città e 250 operatori del territorio, compresi Consorzi, Proloco e Gal, garantì una piattaforma unitaria fra produzione, enti pubblici e privati, imprese agricole e turistiche. Oggi una “ rete di distretto” è chiave vincente anche per occupazione e presenza attiva e lavorativa in quei territori difficili montani e di alta collina.
Il presidente Radica ha indirizzato un messaggio chiaro alla neo ministra del turismo, Daniela Santanché: “… chiediamo di sostenere il settore enoturistico partendo dai dati e dalle considerazioni dell’osservatorio sul turismo del vino e delle Città del Vino, un bagaglio esistente da 20 anni” . Altro messaggio al ministro agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida: “….chiediamo di far tornare i sindaci protagonisti delle scelte strategiche sulle denominazioni di origine, non in chiave di richieste di nuove Doc, quanto piuttosto a tutela delle Denominazioni stesse. Chiediamo al Governo Meloni – ha continuato – di dare più valore ai tavoli ministeriali permanenti sul tema univoco agro-eno-alimentare-turistico-ambientale, coinvolgendo tutti gli attori del Patto di Spello, per una crescita economica virtuosa a vantaggio dei territori rurali”. Radica, in chiusura di convention, di fronte ai 130 sindaci, ha sottolineato come oggi il ruolo di ogni sindaco sia centrale anche per il mondo viti-vinicolo, in quanto responsabile nella gestione delle problematiche ambientali ed energetiche del territorio. Favorire l’uso di energie alternative, il rispetto suolo, il fattore idrico, i servizi alle imprese, l’occupazione, la protezione civile, la polizia rurale… sono tutte attività che vedono legami con le imprese agricole, difesa paesaggio, promozione produzioni enogastronomiche di qualità.