I cambiamenti climatici mettono sempre più in pericolo le specie del nostro Pianeta.
Gli impatti sono già evidenti: inquinamento dell’aria, malattie, eventi meteorologici estremi, siccità, alluvioni, conseguenti migrazioni forzate e problemi di salute mentale, nonché aumento della fame e della cattiva alimentazione in luoghi dove le persone non possono coltivare o trovare cibo a sufficienza. Anche il Bel Paese ne è coinvolto.
Punti principali:
Il Piemonte è la regione con il più alto fattore di rischio, con un punteggio di 9,24/10 e con 133 alimenti a rischio di estinzione.
La Lombardia è al secondo posto con un fattore di rischio di 7,67/10 e con 90 prodotti alimentari a rischio.
La Campania si colloca al terzo posto con un fattore di rischio di 6,86/10 e con 100 prodotti alimentari a rischio.
Il cibo italiano, così come lo conosciamo, potrebbe subire drastici cambiamenti in futuro secondo le ultime proiezioni climatiche. Di questo tema ha parlato di recente Luca Mercalli, massimo esperto di climatologia e presidente della Società Meteorologica Italiana, che ha messo in guardia l’Italia sulla vulnerabilità alla crisi climatica.
Secondo una ricerca di BonusFinder Italia, sarebbero oltre 1200 i prodotti italiani a rischio estinzione a causa degli effetti del cambiamento climatico. Come parte integrante dello studio, sono state ottenute proiezioni climatiche per valutare quale regione italiana ha il più alto rischio di estinzione alimentare a causa di fattori climatici.
Il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di prodotti alimentari a rischio di estinzione con un punteggio di rischio di 9,24/10 e 133 alimenti a rischio. Entro il 2040, la temperatura media nella regione rischia di aumentare di oltre un grado, con precipitazioni medie destinate a diminuire di sette millimetri, il più alto nello studio. Le razze animali potrebbero scomparire a causa dei cambiamenti climatici e avere un impatto sulla produzione di formaggi come il Brös, la Robiola e la Gioda, oltre a mettere a rischio salumi come la mortadella della Val d’Ossola e frutti come la fragola di Tortona.
Segue al secondo posto la Lombardia con un punteggio di rischio di 7,67/10 e 90 alimenti a rischio. Entro il 2040, il pesce, gli animali, gli ortaggi, la frutta, i derivati del latte e persino i vitigni saranno tutti a rischio estinzione, secondo i dati, e la produzione di alimenti come lo stracchino, l’uva Lambrusco e la patata bianca di Como potrebbero scomparire.
Al terzo posto c’è la Campania, anch’essa a grande rischio con un punteggio di 6,86/10 e 100 prodotti alimentari in pericolo. I deliziosi limoni della Costiera Amalfitana, che non sono solo una delizia culinaria, ma anche un ingrediente chiave nella produzione del Limoncello, rischiano l’estinzione insieme al pomodoro San Marzano e al salame napoletano, famosi in tutto il mondo.
L’Umbria – lato positivo per così dire – è la regione italiana meno a rischio con un punteggio di 1,93/10 e 17 prodotti alimentari a rischio. Anche se il rischio è piccolo rispetto ad altre regioni italiane, si prevede che l’Umbria avrà un aumento della temperatura di quasi un grado entro il 2040 che potrebbe avere un impatto sulla produzione alimentare e sulla fauna locale. Il fagiolo del Trasimeno, oggi quasi scomparso e la Ricotta della Valnerina rischiano l’estinzione definitiva.
Nota:
Per visualizzare l’elenco completo degli alimenti a rischio in tutte le regioni italiane, si rimanda alla seguente scheda: “Prodotti a rischio in Italia”.