L’Osteria de’ Poeti di Bologna, è – era? – una cantina intrisa di storia e cultura, con la caratteristica scala che scende sotto la sede stradale, dell’antico palazzo senatorio Sampieri Cospi, con volte a vela, grande camino e pozzo originali del ‘400, come i tanti utensili d’epoca, appesi alle pareti, ma ancora utilizzati per preparare le specialità tipiche bolognesi della tradizione, consumate da bolognesi e non, perché non solo si beveva lì, ma si mangiava molto bene (DiMondi! in dialetto bolognese). E’ stato uno dei luoghi più noti e amati dai così detti “biassanot” (i viveur della notte) – visti anche veri vip quali le Spice girls, Brad Pitt e Angelina Jolie, Bono Vox degli U2 e, a lungo, Francesco Guccini ospite fisso, quasi padrone di casa che ricorda l’Osteria de’ Poeti con nostalgia e dolcezza, quando negli anni ‘60 – dice lui – “eravamo studenti senza un soldo e con me c’era anche l’etologo Giorgio Celli (scomparso nel 2011 ) ogni tanto Lucio Dalla, e il poeta dell’avanguardia più importante all’epoca, Adriano Spatola, il Gruppo 63, e Vincenzo Cioni, professore di filosofia” –.
Guccini ricorda che “quella” era un’osteria vera (allora si chiamava “l’hustari dri dal Ren”, l’osteria dietro al Reno): un bicchiere di vino costava 25 lire e così anche un uovo sodo (!) e si chiudeva alle otto di sera…. L’oste (all’inizio era Paolo) dava la cartina con sale e pepe e l’aperitivo era quello… Gli studenti ci andavano perché si spendeva poco e, ogni tanto, si suonava (non è che all’epoca fossero tutti entusiasti nelle osterie di avere gente che faceva casino alla meno peggio… perché tra i frequentatori, i più erano anziani, mezzi addormentati davanti al quartino di vino)… Poi c’erano i vicini di strada che si lamentavano dei rumori e così il più delle volte si andava “ai Poeti” per bere un bicchiere, chiacchierare un po’ e vedere… se c’era qualche tipa che ci stava…. (bei tempi!)
L’ultima ricchezza rimasta dalle traversie finanziarie, sono le bottiglie davvero pregiate – di vini di tutti i generi, champagne e pezzi storici compresi – andate a ruba a prezzi di grande “svendita” (anche al 60% del valore di mercato) giovedì 11 maggio in mattinata all’Istituto vendite giudiziarie di via Ca’ dell’Orbo a Castenaso (prima periferia bolognese) dove il commercialista Pasquale Asteriti e l’avvocato Emanuele Bracci, hanno messo all’asta tutte quelle di vino e di distillati (più di 3 mila pezzi) custodite da decine di anni nella cantina della storica osteria, dopo la dichiarazione di fallimento della società che l’aveva in gestione negli ultimi anni (la Volpi srl) dopo gli esercizi – fallimentari anche questi – di due anziani coniugi con i loro due figli e un commercialista che (a partire dal 2004) si sono alternati nel ruolo di amministratori. Nel 2019 ci fu il sequestro preventivo per un’inchiesta della Guardia di Finanza (bancarotta fraudolenta) e serrande definitivamente abbassate dal marzo 2020 e muri subito venduti a una società di leasing; si parla di un valore di 2,3 milioni “liquidati” per 1 milione e 700mila euro.
Tornando all’asta di realizzo, tra i pezzi più ambiti, c’erano bottiglie di Champagne, Supertuscan, Cognac e Armagnac. Più del 90% delle bottiglie è stato venduto nel primo giorno, agli oltre 400 intervenuti. Tra i vini portati a casa dagli acquirenti, un “Masseto” (fra i migliori vini italiani, anche uno dei più costosi sul mercato, con il prezzo medio che supera i 700 euro) e poi “Bordeaux” e “Chateau” francesi (a 1000 euro a bottiglia) vini che sul mercato hanno prezzi anche oltre i 1600 euro. E poi “Sassicaia” e “Ornellaia” venduti a circa un terzo del valore di mercato (a 1000 euro a bottiglia…). Anche un cognac Delamain del 1935 e due Armagnac del 1950 e del 1951.
Con l’Osteria de’ Poeti finisce definitivamente un’epoca. Restano a memoria i “fasti del tempo che fu”… i ricordi di chi può ancora dire: “Io, lo so… c’ero!”.
Osteria de’ Poeti
Via de’ Poeti, 1/b
Bologna